vanity, 10 luglio 2006
Tassisti arrabbiati
• I tassisti, dopo aver preso a calci l’auto del ministro Mussi, hanno sospeso la protesta perché il ministro Bersani ha cominciato a discutere con loro i modi per moltiplicare le licenze. Il decreto della discordia però non è stato ritirato e questo fa una grande differenza: se la discussione non andasse da nessuna parte o si prolungasse troppo, la normativa resterebbe comunque a disposizione dei comuni, che potrebbero intanto applicarla. Stesso discorso per gli avvocati (che scioperano per dodici giorni consecutivi contro l’abolizione del tariffario minimo) e per i farmacisti (molto nervosi). La Borsa ha pesantemente punito le società immobiliari a cui il decreto chiede un mucchio di saldi grazie a un meccanismo di scambio tra Iva e imposta di registro che ha valore retroattivo (caso di tassa messa su ciò che si è fatto anche dieci anni fa, che non ha uguale al mondo). Il punto chiave di tutta questa vicenda è che con i decreti Bersani, il governo ha eletto a sua classe di riferimento quella dei consumatori, mettendo in secondo piano quella dei produttori (cioè imprese e lavoratori). Gli effetti di questo rovesciamento, se il governo resterà in piedi, possono essere clamorosamente, e beneficamente, rivoluzionari. [Giorgio Dell’Arti]