vanity, 23 luglio 2006
I potenti a Roma
• A Roma, dentro la Farnesina, sono riuniti i rappresentanti di tutte le potenze del mondo. Studiano un modo per fermare la guerra. una guerra molto difficile, di quelle che l’Economist definisce “accidentale”. Rapendo tre soldati israeliani, i terroristi pensavano di costringere Israele a qualche negoziato. Invadendo il Libano meridionale e bombardando Beirut, gli israeliani supponevano che il governo libanese sarebbe intervenuto a fermare gli hezbollah. Non essendo accaduta né l’una né l’altra cosa, ci si ritrova “accidentalmente” in piena guerra. E non volendo nessuno dei due dare all’altro quello che l’altro chiede, il conflitto rischia di “trascinare a fondo, avvinghiati, entrambi i contendenti” (Rampoldi). Gli israeliani avanzano in territorio libanese con l’intenzione di sgombrare una striscia e creare una zona di sicurezza. Non possono però avanzare più di tanto, perché allontanarsi troppo dalla madre patria renderebbe troppo difficili i rifornimenti e attaccabili le truppe. E poi c’è il pericolo, penetrando ancora in territorio libanese, di provocare la reazione siriana. A Roma l’idea è di piazzare sul confine 10-20 mila soldati Nato, senza americani e comandati da un francese o da un turco. Questa forza di interposizione dovrebbe preservare la pace, tenendo a bada gli uni e gli altri. Il primo ministro israeliano Olmert, che i sondaggi accreditano in questo momento di un consenso pressoché totale, s’è detto d’accordo. [Giorgio Dell’Arti]