vanity, 12 agosto 2006
Le banche e il decreto Bersani
• Dopo l’aumento al 3 per cento del tasso di sconto, le banche non si sono precipitate a rivedere gli interessi che ci pagano sui soldi depositati (“tasso passivo”) perché sostengono che il punto del decreto Bersani-Visco che lo stabilisce non è chiaro. Quindi, hanno fatto sapere, per ora “stanno pensando al da farsi”. Quello che fa rabbia è che il punto in questione era chiarissimo nella prima stesura. Diceva: le variazioni “devono operare, contestualmente e in pari misura, sia sui tassi debitori che creditori”. Il Parlamento invece, cedendo alla lobby dei banchieri, ha cancellato “in pari misura” e lo ha sostituito così: “con modalità tali da non recare pregiudizio al cliente”. Come è ovvio il significato di queste parole è oscuro. E perciò le banche si sono guadagnate il diritto, a questo punto, di fare i loro comodi e star ferme a pensare. [Giorgio Dell’Arti]