vanity, 26 novembre 2007
Il voto in Russia
• Altro voto di grande importanza quello di domenica prossima, in Russia. Si rinnova la Duma, cioè il Parlamento. Il risultato è scontato: vincerà, con una percentuale minima del 70 per cento, ma che potrebbe anche essere del 90 o del 99, il partito Russia Unita, quello di Putin. La novità sensazionale è che il capolista di questo partito è lo stesso Putin, il quale, conservando il ruolo di presidente della Repubblica, si accinge ad entrare in Parlamento come un deputato qualunque. A che cosa si deve questa stravaganza di un presidente candidato, stravaganza di cui, nella storia mondiale, non si è mai sentito parlare? Al fatto che la prossima primavera scade il mandato presidenziale e, in base alla Costituzione, Putin non può essere rieletto per la terza volta. Poiché gli pareva che il cambio della Costituzione avrebbe dato la sensazione di un colpo di stato, sarebbe risultato cioè poco elegante, Putin, all’ultimo congresso di Russia Unita (1° ottobre), ha lasciato che i suoi lo scongiurassero di restare, poi ha accettato l’idea, buttata lì, di Mikhail Terentyev, campione delle Paraolimpiadi, di diventare «almeno primo ministro» e, quindi, dando seguito a questa idea, ha pensato bene di candidarsi, non trovando nelle norme in vigore in quel paese nessun divieto per il Capo dello Stato di presentarsi alle elezioni (sono quasi certo che questo divieto non c’è formalmente neanche da noi). Succederà quindi questo: si candiderà e verrà eletto presidente il prossimo marzo un preteso fantoccio (preteso, perché poi non si sa mai: anche Putin venne scelto a suo tempo da Eltsin perché Eltisn si illudeva che fosse un fantoccio); probabilmente si tratterà di Viktor Zubkov, l’attuale, sconosciuto primo ministro, messo infatti a quel posto da poche settimane; il fantoccio chiederà a Putin – a questo punto con le carte in regola, perché deputato – di fare il premier; in quanto premier, Putin eserciterà lo stesso potere di adesso; dopo qualche mese, in ogni caso, il fantoccio si sentirà male e darà le dimissioni; ci sarà una nuova elezione presidenziale, Putin si presenterà e sarà eletto col solito 90 per cento. La Costituzione infatti, che vieta espressamente i tre mandati consecutivi, non dice nulla sui tre mandati non consecutivi. Per far capire ancora meglio che in questo momento non c’è da scherzare, Putin ha fatto arrestare parecchi oppositori e, tra questi, l’ex campione del mondo di scacchi, Garry Kasparov. [Giorgio Dell’Arti]