vanity, 10 dicembre 2007
La situazione italiana
• Le ultime notizie sulle due guerre civili in corso nella politica italiana sono queste. Nel centro-destra Fini ha definito «una comica finale» la pretesa di Berlusconi che tutti entrino nel suo Partito del Popolo, una «legge-truffa» il sistema elettorale su cui si stanno mettendo d’accordo il Cavaliere e Veltroni, «si sfiora il ridicolo quando Berlusconi dice “bisogna essere uniti”», ecc. Berlusconi ha definito Casini «uno perso per il centro-destra», uno che ormai vuole andare a sinistra. Fini e Casini sono poi andati a pranzo con Montezemolo. Non si sa che cosa si siano detti, ma gli osservatori sono sicuri che quello è il primo passo verso la formazione della cosiddetta Cosa Bianca, cioè una Nuova Dc in cui poi confluiranno altri cattolici, tipo l’ex segretario della Cisl Pezzotta.
• Nel centro-sinistra, Bertinotti ha dato un’intervista a Repubblica in cui Prodi vien fatto simile a Vincenzo Cardarelli, che Flaiano, vedendolo arrivare tutte le mattine al caffè di via Veneto incappottato, curvo e tossicchiante, aveva spiritosamente definito «il più grande poeta morente». Il presidente della Camera, capo spirituale di Rifondazione e della futura Sinistra-Arcobaleno (quella che dovrebbe riunire in una Federazione la stessa Rifondazione, Pdci, Sinistra Democratica e Verdi, come da assise celebrate sabato e domenica scorsi), ha usato contro il governo espressioni tremende, tipo: «il progetto del governo e del centro-sinistra è fallito». Ha poi propugnato il sistema elettorale che vogliono anche Veltroni e il Cavaliere, («Il sistema proporzionale, con clausola di sbarramento e senza premio di maggioranza, è una soluzione ragionevole»), ha alla fine persino elogiato Berlusconi: «Qui bisognerà decidere se il Cavaliere è un protagonista della politica italiana, oppure no. Io [...] penso che lo sia. Penso che sia un animale politico, che muove da processi reali di una parte della società, che incorpora l’antipolitica ma dentro una soggettività politica, chiaramente di destra. E [...] considero attendibile che cerchi un accordo per rinnovare il quadro politico-istituzionale». Sembrava un benservito, ma alla fine della settimana i giornali hanno riferito che il Parolaio rosso – come lo chiama Pansa – aveva cambiato posizione, sgombrato ogni equivoco nel colloquio con Prodi e forse concesso al governo di durare fino a febbraio o anche di più. Il dibattito se un presidente della Camera, teoricamente super partes, possa prender posizione a questo modo contro l’esecutivo, e dar luogo quindi a un conflitto istituzionale molto serio, è ancora in corso. Persino Ingrao (sinistra del vecchio Pci) ha ricordato che lui, da quella poltrona, non s’era mai permesso strappi simili. [Giorgio Dell’Arti]