vanity, 31 dicembre 2007
Cosa accadrà nel 2008?
• Mi si chiede di predire che cosa succederà nel 2008 e la prima questione riguarda il governo italiano, cioè se cadrà, quando cadrà, come cadrà. L’altro venerdì – 21 dicembre 2007 – con il voto che ha definitivamente varato la legge Finanziaria, hanno preso la parola, tra gli altri, i senatori Fisichella, Dini, D’Amico, Scalera, Bordon e Manzione annunciando che, per quanto li riguarda, l’esperienza Prodi è conclusa: chiedere per la trentaquattresima volta un voto di fiducia sarebbe inutile. Questa sarebbe la dissidenza di destra. La dissidenza di sinistra vede certamente all’opposizione (perché lo ha annunciato) il rifondarolo Franco Turigliatto. Si tratta di in tutto di sette voti che annullano completamente l’aiuto portato fino ad oggi dai senatori a vita. A rigore, Prodi avrebbe già motivo di salire al Quirinale. Ma, come ha fatto fin dal primo giorno, spera che “qualcosa accada” e che all’ultimo momento il suo gabinetto non venga buttato giù. Senonché anche Veltroni ha forse a questo punto un interesse a toglierselo di torno: intorno a Prodi si coagula la resistenza alle innovazioni che il capo del Partito Democratico vuole fare: una legge elettorale che elimini le formazioni più piccole, un partito senza burocrazie, governi in grado di decidere. Lo stallo, o lo scontro frontale, può portare a due soluzioni: il referendum, che dovrebbe dotare il Paese di una legge elettorale capace di dare la maggioranza assoluta in Parlamento a un solo partito (alla fine, uno dei due: o il Partito del Popolo di Berlusconi oppure il Partito Democratico di Veltroni); o le elezioni anticipate, avversate però dai parlamentari tutti, che se non arriveranno al 28 ottobre 2008 non matureranno il diritto alla pensione.
• Andrà sicuramente alle elezioni la Spagna: il tempo di Zapatero è scaduto, sono passati quattro anni, il Parlamento va rinnovato. Si vota il 9 aprile. Zapatero ha contro la Chiesa e l’opinione cattolica in generale. Fu svelto all’inizio a praticare una politica di sinistra, cioè ritiro dall’Iraq e apertura alle unioni gay. Adesso, essendo prossimo alle elezioni, ha lasciato stare la liberalizzazione dell’aborto – pur prevista nella campagna elettorale di quattro anni fa – e varato una Finanziaria che distribuisce un bel po’ di soldi a tutti quanti. Però il reddito medio degli spagnoli, nel 2006, è stato per la prima volta superiore a quello italiano. Pronostico elettorale incertissimo.
• Tutto già deciso per le elezioni russe, dove si vota per il presidente della Repubblica (2 marzo). Putin – uomo dell’anno, secondo Time – ha stabilito che verrà eletto Dimitri Medvedev, presidente della compagnia petrolifera Gazprom e per questo il più conosciuto all’estero tra i potenti di quel Paese. La scelta ha sorpreso gli osservatori, perché ci si aspettava un candidato più scialbo, più adatto al ruolo di marionetta che Putin aveva assegnato al nuovo inquilino del Cremlino. Un’analisi più attenta mostra però che Medvedev non ha alle spalle nessun gruppo in particolare e ha sempre intrattenuto col capo un rapporto simile a quello di un figlio col padre. «Non si metterà mai di traverso» ha spiegato la sociologa Olga Kryshtanovskaja. E proprio per non trovarsi a che fare con un uomo sostenuto da qualche potentato, Putin ha evitato di chiamare un esponente dei servizi segreti, cioè un rappresentante dello stesso mondo da cui proviene lui. Medvedev – a riprova della sua fedeltà – ha già annunciato che nominerà primo ministro lo stesso Putin, nel frattempo eletto in Parlamento, dove ha la maggioranza di quasi l’80 per cento.
• Il vero appuntamento elettorale è, però, quello della Casa Bianca. Bush ha esaurito due mandati e dovrà farsi da parte. Mentre scriviamo ci si prepara a dar inizio alle primarie, col voto nello Iowa e nel New Hampshire. In campo democratico, Hillary Clinton, che sembrava ancora imbattibile l’estate scorsa, assiste piuttosto furbonda alla rimonta del suo avversario Barack Obama, addirittura in lieve vantaggio nei sondaggi relativi alle prime due consultazioni. Giuliani, sul lato repubblicano, è già rassegnato a un debutto perdente e conta di rifarsi più in là. L’opinione generale è che, comunque vadano questi primi due voti, lo scontro finale per la presidenza sarà proprio tra mrs. Clinton e mr. Giuliani. Giuliani ha forse qualche chances in più della sua avversaria.
• La Cina si prepara a farsi accettare dal resto del mondo attraverso i Giochi Olimpici, che si inizieranno alle ore 8 e 8 dell’8/8: per i cinesi l’8 è il numero più bene augurante che ci sia. Quello che hanno fatto e stanno facendo a Pechino in previsione dell’evento è indescrivibile: grattacieli costruiti in poche settimane, interi palazzi abbattuti in quattro e quattr’otto per bonificare la città, bombardamenti delle nuvole per garantirsi il beltempo, costruzione da zero di centinaia di città abitate da centinaia di migliaia di persone, trasmigrazioni di masse enormi dalla campagna alle città, eccetera eccetera. Persino su alcuni punti che l’Occidente non manda giù i cinesi hanno fatto finta di piegar la testa: ai tribunali è stato raccomandato di andarci piano con le condanne a morte, nel Darfur è stato dato il via libera all’Onu (mossa che ha garantito la regia di Spielberg della cerimonia d’inaugurazione dei Giochi), ecc.
• Non si deve dimenticare che a giugno giocheremo, in Svizzera e in Austria, i campionati europei di calcio, una manifestazione in cui abbiamo vinto una sola volta, quarant’anni fa. Nostra grande avversaria è la Francia, che affronteremo nelle qualificazioni insieme con Romania e Olanda. Prova del fuoco del nostro giovane ct Roberto Donandoni. Se se la caverà, guiderà la squadra anche ai mondiali in Sudafrica del 2010.
• Da non dimenticare, infine, che da quest’anno per entrare in macchina nel centro storico di Milano si dovrà pagar pedaggio, che nei locali pubblici francesi non è più consentito fumare (addio atmosfere alla Maigret), che Baudo condurrà per la tredicesima volta Sanremo, che l’Alitalia o sarà venduta o andrà in fallimento, eccetera eccetera. [Giorgio Dell’Arti]