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 2008  gennaio 08 Martedì calendario

La spazzatura di Napoli

• Prodi ha pensato di affrontare l’emergenza rifiuti napoletana nominando l’ennesimo commissario governativo e chiedendo alle altre Regioni italiane di farsi carico, un minimo, della spazzatura. Il nuovo commissario è Gianni De Gennaro, l’uomo che è stato capo della nostra polizia fino allo scorso giugno e che nel 2001, già da capo della polizia, rimase malamente invischiato nella faccenda del G8 genovese. Il governo gli ha dato quattro mesi di tempo e gli ha messo a disposizione l’esercito. Gli avrebbe anche conferito pieni poteri, e scriviamo ”avrebbe” perché uno dei punti essenziali di questi pieni poteri sarebbe quello di riaprire le discariche chiuse, a suo piacimento e che la popolazione locale voglia o no. Su questo punto la maggioranza si è subito spaccata: l’ala sinistra – già mugugnante in genere sulla questione dei “pieni poteri” – ha detto che no, questo di portare la spazzatura napoletana ovunque vorrà non gli sarà affatto consentito. Così il decreto di nomina è stato scritto in modo volutamente ambiguo, cioè può, come in mille altre occasioni analoghe, essere letto in un modo o nell’altro. De Gennaro, intanto, che di rifiuti non si è mai occupato, ha fatto sapere che gli ci vorrà un mesetto per capire, dato che il contenuto tecnico del problema è notevole. I quattro mesi, quindi, sono già diventati tre.

• Quanto alle Regioni che dovrebbero aiutare Napoli e la Campania, c’è stato un “no” diffuso oppure un “sì” talmente tirato per i capelli da risultare equivalente a un ”no”. L’unico ad aver accettato subito l’immondizia è stato Soru, il governatore della Sardegna: il giorno dopo l’appello di Prodi, la Italroro Three ha attraversato il Tirreno con 500 tonnellate di spazzatura a bordo, e nei giorni successivi altre mille tonnellate sono state accolte nella discarica di Macchiareddu. Ma intanto gli indipendentisti sardi (movimento Independentzia Repubrica de Sardigna) hanno tentato di impedire l’attracco delle navi, l’isola è stata turbata dalle manifestazioni di protesta, e parecchi chili di spazzatura sono stati depositati, per dispetto, davanti alla porta di casa del governatore. Il rifiuto generale alla collaborazione (o alla solidarietà) da parte delle Regioni italiane ha suscitato l’ira del presidente del Consiglio, il quale ha detto che questi rifiuti andranno presi per amore o per forza e che almeno centomila tonnellate devono essere smaltite per questa via, s’è risentita l’espressione “ad ogni costo”, eccetera. Alla fine un sì pieno è arrivato solo da Piemonte ed Emilia. Lazio Toscana e Puglia hanno dichiarato una disponibilità alla quale non si sa se si deve credere. Tutte le altre hanno detto un ”no” deciso, soprattutto la Calabria e l’Umbria, il cui governatore – la signora Rita Lorenzetti – ha spiegato: «Abbiamo già fatto questo favore a Napoli una volta. E Napoli ci deve ancora saldare un milione e novecentomila euro di arretrati. Più gli interessi legali». Manifestazioni contro l’immondizia campana si segnalano un po’ ovunque.

• D’altra parte non si capisce questo coinvolgimento delle Regioni italiane. Sulle strade di Napoli e provincia giacciono cinque milioni di tonnellate. I napoletani producono ogni giorno 1.700 tonnellate di rifiuti. Dunque, le famose centomila tonnellate che Prodi vuole rifilare alle Regioni sarebbero una goccia nel mare: già il mese di ”tempo per capire” che s’è preso De Gennaro ne farebbe accumulare la metà. Ma è probabile che il capo del governo abbia soprattutto voluto far vedere che si muove: per sgombrare il terreno alla fine si dovranno pagare i tedeschi della Remondis che già smaltiscono una tonnellate di immondizia campana al giorno. Noi li paghiamo perché si portino via i rifiuti, loro ci guadagnano ancora perché li trasformano in energia che rivendono.

• Francesco Forte ha proposto di buttare l’immondizia nel Vesuvio, senza pensarci troppo. A cinquemila ecoballe al giorno (208 l’ora), il problema sarebbe risolto in poco meno di tre anni. [Giorgio Dell’Arti]