vanity, 18 febbraio 2008
Gli apparentamenti
• La questione degli apparentamenti ha dominato la prima parte di questa campagna elettorale. “Apparentamento” significa “far coalizione”, come è accaduto nel 2006, anno in cui una quantità impressionante di formazioni ha dato vita alle due coalizioni di centro-destra e di centro-sinistra. Stavolta, come si sa, né Berlusconi né Veltroni vogliono alleati e pretendono, dai partiti minori, che si sciolgano nella loro lista, perdendo simbolo e, dopo il voto, la possibilità di far gruppo in Parlamento e di gestire autonomamente potere e denari del rimborso elettorale. Altrimenti - dicono i due leader - che i partitini rischino correndo da soli. Questo aut aut ha provocato molti divorzi, il più clamoroso dei quali è quello tra Berlusconi e Casini. Dopo un lungo e assai polemico scambio di dichiarazioni, i due non si sono messi d’accordo e l’Udc, il prossimo 13 aprile, andrà al voto da sola. Con qualche concreta possibilità di sparire di scena: una quantità di iscritti l’ha già abbandonata per rifugiarsi da Berlusconi o per rinforzare la piccola formazione di Pezzotta-Baccini-Tabacci, detta “La Rosa bianca”. Dall’altra parte, ha fatto sensazione la decisione di Veltroni di imbarcare in una coalizione il partito di Di Pietro, accreditato di un 4-5 per cento dei suffragi, e di non voler fare alleanza, almeno finora, né con i radicali né con i socialisti di Boselli, molto più affini per storia e cultura ai democratici. Anche qui siamo in presenza di partiti che, se correranno effettivamente da soli, rischiano di sparire. [Giorgio dell’Arti]