vanity, 11 febbraio 2008
L’interruzione di gravidanza
• Nella sera sette poliziotti sono entrati al Policlinico di Napoli e hanno sottoposto a interrogatorio una donna che aveva appena abortito. Li aveva chiamati un infermiere, che ha poi dato, al Corriere della Sera, questa versione della sua iniziativa: «C’erano almeno trenta pazienti che gridavano di terrore perché la signora Silvana S. era uscita dal bagno co ’o criatur’ ’miezz’ ’e cosce e scorreva il sangue». Che cosa ha detto lei alla polizia? «Se mandate adesso una macchina li prendete ’n copp’o fatto: quella donna ha abortito nel cesso, con i ferri in mezzo alle gambe». Ai grandi titoli dei giornali del giorno dopo («Blitz della politizia per un aborto») è seguito un improvviso arroventarsi del clima politico: centinaia di donne sono scese in piazza in tutta Italia, Giuliano Ferrara è stato accusato di essere il mandante morale dei poliziotti, un grande tema etico-politico a cui la maggior parte degli italiani non faceva più caso è diventato a un tratto – e dopo 30 anni – d’attualità.
• La questione è che Giuliano Ferrara, dopo aver lanciato la «moratoria dell’aborto», ha costituito una «lista di scopo», cioè una formazione candidata alle elezioni, che si propone l’applicazione integrale della 194, cioè della legge che ha legalizzato – all’interno di limiti precisi – l’interruzione di gravidanza. Il punto di partenza di Ferrara è che il feto «è un bambino» e che quindi un aborto costituisce un «delitto perfetto». Tuttavia, il giornalista dice di non porsi l’obiettivo di abrogare la 194. Vuole invece che lo Stato faccia di tutto per mettere la donna in condizione di non abortire e porta l’esempio di Paola Bonzi, 64 anni, due figli, che ha dedicato tutta l’esistenza a combattere l’aborto aiutando le donne intenzionate a rinunciare al loro figlio: «Su novemila bambini destinati a non nascere, ne ho salvati seimila». Ferrara vuol presentare la Bonzi – che opera alla Mangiagalli di Milano – come capolista della sua formazione. E si propone di diventare ministro della Salute nel prossimo governo Berlusconi.
• Il problema è che tutte le forze politiche e anche la Chiesa, di fronte all’irruenza con cui il giornalista s’è buttato nella battaglia (ha anche abbandonato la conduzione di Otto e mezzo, lasciando sola per qualche giorno Ritanna Armeni, poi affiancata da Lanfranco Pace), hanno, per dir così, girato la testa dall’altra parte. Veltroni e Berlusconi sostengono che l’aborto – tema etico – non deve entrare in campagna elettorale, anche se poi Berlusconi ha detto che la moratoria potrebbe essere oggetto di una presa di posizione da parte dell’Onu. Ferrara però vuole essere “apparentato”, cioè pretende che il simbolo della sua lista appaia vicino a quello del Partito delle Libertà e della Lega sulla scheda elettorale del 13 aprile. E Berlusconi - fino a questo momento - gli ha risposto di no, perché non ammette apparentamenti, ma pretende che chi vuole stare con lui si sciolga nel suo partito: Ferrara si presenti col PdL – dice – e sarà certamente eletto. [Giorgio dell’Arti]