vanity, 3 marzo 2008
La caduta del dollaro
• La caduta del dollaro è arrivata al punto che se ne comprano tre con due euro, il petrolio ha superato i 102 dollari al barile, il gasolio ha stabilito il nuovo record di 1,341 centesimi al litro, il grano ha toccato alla Borsa di New York i 31 centesimi al chilo. E inoltre: Ubs ha valutato in 600 miliardi di dollari le perdite provocate dai mutui subprime, il governatore della Federal Reserve, Bernarnke, ha annunciato che certamente qualche banca nelle prossime settimane salterà, le svalutazioni rese pubbliche dalle principali istituzioni finanziarie ammontano a 180,9 miliardi di dollari, a partire da Merril Lynch, che guida la classifica con 24,5 miliardi di dollari di perdite. La crisi per il momento è soprattutto americana: laggiù sono calati gli acquisti al minuto, sono calate le compravendite di case nuove, sono calati gli ordinativi dell’industria. A tutto questo, gli Stati Uniti rispondono con una massiccia dose di aiuti pubblici (i cui effetti tuttavia, se ci saranno, non si vedranno prima della seconda metà dell’anno) e con ulteriori riduzioni del tasso di sconto, che ormai pareggia l’inflazione (e la incoraggia). Le gravi difficoltà americane però non potranno non ripercuotersi sul resto del mondo: tra l’altro, gli Usa – che hanno vissuto gli ultimi trent’anni nettamente al di sopra delle loro possibilità e sono indebitati con tutto il pianeta e specialmente con la Cina – sono stati fino ad oggi dei formidabili compratori. Che effetti avrà, sugli altri paesi occidentali, il portafoglio meno gonfio di un così straordinario cliente? [Giorgio Dell’Arti]