vanity, 18 agosto 2008
Bossi e l’Ici
• Bossi, nel tradizionale discorso ferragostano di Ponte di Legno, ha detto di voler rimettere l’Ici, perché è una tassa coerente col federalismo fiscale. L’origine di questo dietro-front è abbastanza evidente: i comuni, privi di soldi dopo i tagli di Tremonti, premono perché gli si diano risorse. Il ministro dell’Economia non ha risposto, l’opposizione ha imputato alla maggioranza uno stato di confusione mentale, gli alleati di Bossi hanno fatto spallucce dichiarando che, una volta varato il famoso federalismo fiscale, si potrà anche riconsiderare una tassa sui patrimoni immobiliari a favore dei comuni. Di questa legge sul federalismo fiscale, scritta da Calderoli insieme a un mucchio di esperti e che verrà in calendario a metà settembre, ha dato un’anticipazione Repubblica: le tasse non si pagheranno più a Roma, ma al proprio Comune, alla propria Provincia o alla propria Regione. Gli ambiti dell’imposizione per i tre enti locali saranno: gli immobili per i Comuni (riecco l’Ici), le automobili per la Provincia, tutti i “servizi alla persona” (espressione da chiarire) per le Regioni. A quanto pare l’Irpef, cioè la tassa sul reddito trattenuta direttamente dai datori di lavoro, continuerà ad affluire al centro. Il che conferma le indiscrezioni che volevano questo federalismo leghista come molto leggero. [Giorgio Dell’Arti]