vanity, 25 agosto 2008
Elezioni americane
• Si sta chiudendo a Denver (Colorado), la convenzione democratica. Si apre luned’ prossimo, a Saint Paul (Minnesota), quella repubblicana. Non ci sono problemi relativamente ai candidati: come ormai tutti sanno i democratici nomineranno Obama e i repubblicani McCain. Ma alla vigilia della riunione di Denver, Obama ha scelto per vice Joe Biden e questa è stata una decisione più delicata di quella che dovrà prendere McCain perché incide sui rapporti tra il candidato e la sua grande avversaria alle primarie, Hillary Clinton. Hillary, infatti, non è stata neanche presa in considerazione e si ricorderà che, intervistati dai giornalisti durante le primarie, un buon venti per cento di sostenitori della Clinton ammisero che piuttosto che votare Obama avrebbero scelto il candidato repubblicano. Barack ha problemi soprattutto nell’elettorato femminile e tra gli operai bianchi, e la scelta di Biden, secondo gli osservatori, non è fatta per ricucire la frattura con i suoi avversari interni. Il candidato vice-presidente è un grande esperto di politica estera (mettendoselo vicino Obama ha ammesso implicitamente che la politica estera non è il suo forte), è un veterano del Congresso dove siede ininterrotamente da 26 anni in rappresentanza del minuscolo Delaware, è cattolico (un elettore su cinque è cattolico), ha alle spalle una storia drammatica (balbuziente da piccolo, perse moglie e figlia in un incidente stradale nel ’72), è dotato di una dialettica pungente al limite del velenoso, cosa che potrebbe tornare utile nelle ultime otto settimane di campagna, specialmente considerando l’eloquio melenso che piace invece all’aspirante presidente. Biden, che tentò di candidarsi anche vent’anni fa, ha partecipato alla primissima fase anche di queste primarie, uscendo subito. Ha fatto in tempo però a parlar male di Obama e lo staff repubblicano ha già preparato un video in cui lo si sente dire: «La Casa Bianca non è un posto dove si possa imparare sul campo...». [Giorgio Dell’Arti]