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 2008  settembre 01 Lunedì calendario

La nuova Alitalia

• L’opposizione ha definito un pasticcio il piano di salvataggio, articolato in un decreto legge di quattro articoli e in un disegno di legge di riforma della Marzano (la Marzano è la legge varata per Parmalat e che regola la ristrutturazione delle grandi aziende). Ma anche il Corriere della Sera (Giavazzi) e Repubblica (Scalfari) hanno attaccato. Un primo punto è se il governo abbia o non abbia fatto un grosso regalo ai sedici che hanno messo i soldi nella Nuova Alitalia. Giavazzi sostiene che c’è un rischio Europa e un rischio creditori. L’Europa potrebbe giudicare tutta l’operazione aiuto di stato fortemente lesivo della concorrenza, bloccarla e farne pagare il fio alla Nuova Alitalia, cioè ai sedici sottoscrittori. In questo senso si è già espresso con molta durezza il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine: «un’operazione insolente contro il mercato e contro l’Europa». I creditori della vecchia Alitalia difficilmente troveranno soddisfazione da Fantozzi (le dismissioni non dovrebbero portare nelle casse della vecchia società più di un miliardo a fronte di debiti pari a due miliardi e mezzo) e si rivolgeranno allora al tribunale sostenendo per certo che, qualunque cosa sia scritto nelle leggi varate ad hoc, la Nuova Alitalia deve essere considerata la continuazione della Vecchia. Anche in questo caso i sedici soci potrebbero dover far fronte all’incombenza. Scalfari sostiene invece che Colaninno e soci (Colaninno, con 200 milioni, è l’azionista più importante e andrà alla presidenza) giocano sul velluto: entrerà un partner internazionale e i sedici venderanno benissimo la loro quota, sia che si tratti di Air France che di Lufthansa. Quest’ultimo dettaglio mostra che la pretesa difesa dell’italianizzazione della compagnia, reclamizzata da Berlusconi in campagna elettorale, s’è rivelata un’illusione. Air France e Lufthansa hanno manifestato interesse per un ingresso nella nuova società. L’operazione prevede una ridefinizione del sistema aeroportuale, con parziale ridimensionamento di Fiumicino, chiusura di Linate, trasformazione di tutto il sistema aeroportuale italiano in hub multi-punto, ecc. [Giorgio Dell’Arti]