vanity, 8 settembre 2008
Bossi - Di Pietro
• Sondaggi recentissimi danno in forte ascesa la Lega nello schieramento di centro-destra e Di Pietro in quello di centro-sinistra. La Lega - che ha preso l’8 per cento alle ultime politiche - starebbe adesso al 10 se non addirittura al 13 per cento su base nazionale, il che significa una maggioranza schiacchiante al Nord, dato che il partito al Sud, almeno fino ad ora, è praticamente assente. I leghisti fanno continuamente la fronda: vogliono un sì immediato alla bozza federalista preparata da Calderoli, spingono per una tassa di servizio che rimpiazzi l’Ici a favore dei comuni, resistono alle idee del ministro Alfano sul braccialetto elettronico (vedi più avanti), lo stesso Bossi, gridando che il ritorno al maestro unico alle elementari è una fesseria («perché su tre maestri almeno uno sarà bravo»), ha reclamato per la Lega il ministero della Pubblica Istruzione guadagnandosi una scarica di improperi dalla Gelmini (a cui il Senatùr ha risposto: «Non posso mandarla via se no cade il governo»). Di Pietro, a sua volta, starebbe al 10,5 per cento contro il 5% preso alle politiche di aprile. Ma in certe regioni, come il Molise o l’Abruzzo (dove tra poco si voterà), starebbe addirittura al 30 e anche oltre, con un vantaggio cioè netto sul Partito democratico, che gli ha permesso di continuare ad esistere. Qui la fronda è stata ancora più netta che nel centro-destra: l’Italia dei Valori cavalca sfrenatamente l’antipolitica, dando sempre ragione ai magistrati, sempre torto a Berlusconi e non risparmiando attacchi anche pesanti alla leadership democratica. C’è qualche rapporto tra questi dati e la presa di posizione di Benedetto? Forse sì. Il Papa, dal suo punto di vista, non ha torto nel paventare il successo di queste forze non tradizionali, da noi ben più incombenti di un’eventuale formazione alla Zapatero: la Lega si dice cattolica, ma assai tepidamente. La sua simbologia è tutta pagana, il suo atteggiamento verso il sociale assolutamente non solidaristico: le posizioni sugli immigrati, come si ricorderà, hanno fatto strillare Famiglia cristiana. Quanto a Di Pietro, le radici ideologiche dell’ex poliziotto-magistrato sono giacobine, i suoi referenti e compagni di strada il peggio (sempre dal punto di vista vaticano) dell’anticlericalismo in circolazione: i girotondini di Micromega, le streghe alla Guzzanti, i radicali più irridenti e irriverenti. [Giorgio Dell’Arti]