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 2010  agosto 04 Mercoledì calendario

Mozione alla Camera per Caliendo

• La Camera ha votato una mozione, presentata dal Partito democratico e da Di Pietro, in cui si chiedeva che fossero tolti i poteri (sospese le deleghe) al sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo. Costui è coinvolto nell’inchiesta cosiddetta P3, era presente alla famosa cena con Denis Verdini, Flavio Carboni e altri supposti criptomassoni, deve quindi (questo il ragionamento dell’opposizione) fare un passo indietro. La mozione, messa ai voti, è stata respinta con questi numeri: in difesa di Caliendo, 299; contro Caliendo, 229; astenuti 75.
Un semplice esame del voto dimostra che: il governo (299 voti) non ha più la maggioranza, garantita a Montecitorio solo da quota 316; se si sommano gli astenuti e i contrari (229+75) si ottiene il numero 304, superiore al 299 che ha appoggiato Caliendo, ma sempre inferiore a 316. Dunque nemmeno gli attuali oppositori, o antipatizzanti, del presidente del Consiglio hanno i numeri per una maggioranza.
I 75 astenuti, che a regola avrebbero dovuto essere addirittura 84, appartengono a quattro gruppi: i finiani di Futuro e libertà (Fli), appena usciti dal Pdl; i rutelliani di Alleanza per l’Italia (Api), a loro volta fuoriusciti qualche mese fa dal Partito democratico; l’Unione di centro (Udc) di Pierferdinando Casini; il Movimento per le autonomie (Mpa) di Raffaele Lombardo, che è governatore della Sicilia e ha provveduto da un pezzo a spaccare, anche laggiù, il Popolo della libertà (Pdl).
Per capirci qualcosa conviene esaminare la partita in corso – assai complicata – dal punto di vista di ciascun giocatore. [Giorgio Dell’Arti]