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 2008  novembre 03 Lunedì calendario

Il caso Alitalia

• Cai ha presentato l’offerta vincolante per Alitalia, mettendo nero su bianco un importo - destinato all’acquisto della cosiddetta ”polpa” - che ancora non si conosce. Si sa che una vecchia valutazione di Colaninno e soci collocava il valore di questa polpa intorno ai 400 milioni. Senonché la Banca Leonardo, advisor ufficiale, ha stimato che, ripulita e senza debiti, la compagnia non può valere meno di 900 milioni. Questo ha reso incerti i soci che giovedì pomeriggio, a poche ore dall’obbligo di dichiararsi, avevano deciso di ritirare l’offerta, anche perché cinque sindacati su nove (gli autonomi di piloti e personale) avevano nuovamente puntato i piedi. Un intervento del governo, cioè di Gianni Letta, ha per ora rimesso in carreggiata la faccenda: due ore dopo aver detto «ce ne andiamo» quelli della Cai sono tornati e a poche ore dalla scadenza (mezzanotte di venerdì 31 ottobre) hanno formalizzato il loro impegno finanziario. La via per dichiarare chiusa la partita è però ancora irta di ostacoli. I cinque sindacati autonomi si dicono pronti a dar battaglia, anche sul piano legale. L’Unione europea farà sapere il 12 novembre chi dovrà restituire i 300 milioni che lo Stato ha prestato alla compagnia e se sentenziasse che questa incombenza spetta a Cai, Cai avrebbe il diritto di ritirarsi dall’affare. C’è anche un problema con l’Antitrust, perché l’operazione prevede la fusione con AirOne e la fine di ogni concorrenza nei cieli. Infine, i soci di Cai sono molto meno sicuri di prima: dall’epoca del primo accordo a oggi è scoppiata la crisi finanziaria, la liquidità è diventata preziosissima, mettere un miliardo e cento milioni in un’impresa tanto faticosa sembra dubbio, lo stesso Colaninno (per dire) aveva stretto un accordo per farsi prestare i cento milioni della sua quota da Lehman Brothers e, quando questa è fallita, Nomura non ha voluto subentrare. Colaninno ha provato a vendere qualche suo asset, ma finora non ha trovato compratori. I tempi insomma sono difficili. Solo Air France (favoritissima su Lufthansa) sembra ancora ben decisa a rilevare una quota del 20% della futura Alitalia. [Giorgio Dell’Arti]