vanity, 10 novembre 2008
Obama e il Vaticano
• Un elemento da non sottovalutare della nuova situazione è l’assoluta laicità del nuovo inquilino della Casa Bianca, che non ha remore relativamente all’aborto o al trattamento delle staminali. Questo lo ha reso un nemico per il Vaticano, che ha fermamente lottato contro la sua elezione: la conferenza episcopale Usa ha, a stragrande maggioranza, lavorato per McCain giudicando Obama «il portabandiera del relativismo etico e della società secolarizzata». Alla vigilia del voto, il vescovo di Kansas City, monsignor Robert Finn, ha addirittura indirizzato un vibrante messaggio via radio e tv minacciando «l’inferno per chi vota Obama che è un fanatico abortista». Subito dopo la sua elezione, il Papa – senza far nomi – è andato alla Pontificia Accademia per la Vita e ha ribadito che «la semplice idea di considerare l’embrione come materiale terapeutico contraddice le basi culturali, civili ed etiche su cui poggia la dignità della persona». Obama è di fede metodista, e ha scelto come vice John Biden, un cattolico. Ma neanche questo è bastato a tranquillizzare la Santa Sede, dato che Biden è considerato un cattolico da scomunica visto che appoggia la legislazione pro-aborto. Per lui e per Nancy Pelosi, speaker democratica della Camera, è stato persino proposto il divieto di ricevere la comunione. Nonostante questo, tuttavia, il 54% dei cattolici americani ha votato per Barack. [Giorgio Dell’Arti]