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 2008  novembre 10 Lunedì calendario

Crisi mondiale

• Proprio questo lasso di tempo di due mesi e mezzo appare, in questo momento storico, assai problematico. Anche se le Borse, dopo un primo scossone, si sono riassestate (parliamo dell’andamento dei corsi fino a lunedì 10 novembre), l’economia è in crisi ovunque, al punto che persino i cinesi si sono decisi a stanziare 600 miliardi di dollari per non far precipitare la loro crescita (scesa a +9 da +12). In particolare gridano di essere sull’orlo del crac General Motors, Chrysler e Ford, le tre case automobilistiche di Detroit, i cui amministratori si sono precipitati alla Casa Bianca per chiedere soccorso. Dovrebbero ricevere una quarantina di miliardi per non risultare insolventi. Obama, subito dopo l’elezione, ha tenuto una conferenza stampa di mezz’ora in cui ha detto di voler fare ogni sforzo per aiutare la ”middle class”, espressione che si traduce impropriamente con “classe media” e che significa in realtà “classe lavoratrice”. Quindi: misure per le famiglie che non sono in grado di pagare i mutui, sussidi alle fabbriche in crisi, eccetera. Si parla di un pacchetto da 200-250 miliardi di dollari, per varare il quale Obama vorrebbe che fosse riconvocata la vecchia Camera (assieme all’elezione del Presidente si è rinnovato il Congresso e un terzo del Senato). Ha snocciolato cifre relative alla disoccupazione che forse sono persino inferiori alla realtà: mentre il neo-eletto presidente sosteneva che i disoccupati del 2008 sono in America un milione e duecentomila, il New York Times scriveva che quest’anno sono rimaste senza lavoro un milione e mezzo di persone, mezzo milione solo nel bimestre settembre-ottobre. Obama ha usato un tono rispettosissimo nei confronti di Bush, ma gli esperti di affari americani paventano qualche decisione del presidente ancora in carica che leghi le mani di Barack sia in politica economica che in politica estera. [Giorgio Dell’Arti]