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 2008  novembre 24 Lunedì calendario

Il caso Villari

• Intanto, un caso del tutto nuovo si è sviluppato intorno alla nomina del senatore Riccardo Villari alla presidenza della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai. Si ricorderà l’antefatto: è prassi che la presidenza di quella commissione vada all’opposizione e Veltroni aveva concesso a Di Pietro di indicar l’uomo. Di Pietro aveva scelto Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo. Il centro-destra aveva subito dichiarato che si trattava di un candidato improponibile, e invitato il centro-sinistra a indicare qualcun altro. Rifiuto da quell’altra parte (e in particvolare di Di Pietro) e stallo di circa sei mesi. A un certo punto quelli del centro-destra avevano deciso di tagliar corto e di sceglier loro l’uomo del centro-sinistra da eleggere. Con l’appoggio di due franchi tiratori avevano quindi messo in sella questo Riccardo Villari, simpatico napoletano già fidanzato di Barbara D’Urso, medico epatologo, presidente del Napoli club parlamentare, ex mastelliano, un buontempone capatosta che una volta eletto ha deciso di non mollare: subito dopo la sua ascesa al soglio, infatti, il centro-sinistra aveva proposto l’ottantacinquenne Sergio Zavoli, il centro-destra aveva risposto «ottimo» e si trattava dunque a questo punto solo di toglier di mezzo il Villari venuto dal nulla ed eleggere al suo posto il prestigioso giornalista che fu già inventore del Processo alla tappa, socialista di Dio, presidente della Rai e direttore del Mattino a 80 milioni di lire di stipendio al mese. Ma Villari ha fatto sapere di non avere nessuna intenzione di andarsene nonostante a questo punto avesse tutti contro, la destra e la sinistra, Veltroni e Berlusconi, i presidenti delle Camere e il presidente della Repubblica. Il caso è folkloristico, ma fino a un certo punto: tocca un potere vecchio, quello delle segreterie dei partiti che decidono fuori dal Parlamento che cosa si deve fare ed esigono poi che deputati e senatori obbediscano senza discutere; e quello dello stesso Veltroni, che non essendo riuscito a governare una situazione di conflitto non troppo complicata s’è rivelato al mondo in tutta la sua debolezza. Il caso Villari ha infatti rilanciato l’assalto dei dalemiani e la relativa guerra intestina, con gli antiveltroniani che vogliono un congresso subito per impiombare il segretario prima delle europee. L’autorevole esponente democratico Enrico Letta teme che queste convulsioni, se perpetuate, preparino la morte del Pd per dilaniamento. Qualche volta, in effetti, capita di tirare un filo e di veder venir via l’intero maglione. [Giorgio Dell’Arti]