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 2008  novembre 24 Lunedì calendario

Grave incidente a scuola

• Vito Scafidi, 18 anni, se ne stava tranquillamente in classe a sentire la lezione quando gli è cascato in testa un controsoffitto, gravato da un tubo di ghisa di 60 chili. morto sul colpo. Il suo compagno di banco, Andrea Macrì, 17 anni, è stato investito a sua volta e ha avuto la colonna vertebrale lesionata. Potrebbe rimanere paralizzato. Altri otto ragazzi sono rimasti feriti, non gravemente. Questo a Rivoli, provincia di Torino, sabato 22 novembre, liceo scientifico Charles Darwin. Si tratta di una scuola ospitata in un antico seminario riadattato negli anni Settanta. Dunque un edificio vecchio e inadeguato. La preside del liceo, Maria Torelli, dice che era impossibile prevedere quello che è successo. Il soffitto, secondo lei, non mostrava crepe e non mandava scricchiolii. L’ultima ispezione era stata fatta venti giorni fa. Saputo dell’incidente, un gruppo di studenti è andato a interrompere la proiezione di un film al Festival di Torino guidato da Nanni Moretti (che s’è detto d’accordo con i giovani). Il centro-sinistra ha accusato il governo per i tagli alla scuola. Idem Bonanni, segretario della Cisl. La Gelmini, corsa sul posto per consolare i genitori del ragazzo morto, ha detto che ci sono 300 milioni per l’edilizia scolastica (stanziati dal governo precedente). Berlusconi, impegnato nella campagna elettorale d’Abruzzo (si dovrebbe votare domenica prossima, ma non è detto), ha parlato di una tragica fatalità.

• L’incidente di Rivoli ha provocato una pioggia di cifre, fornite da Legambiente, Cittadinanzattiva e da ultimo anche dalla Protezione civile. Da queste cifre si evince che più o meno la metà dei 42 mila edifici scolastici sono a rischio o perché mai sottoposti alle prove di statica o perché privi di impianti elettrici a norma o perché situati in zone ad alto rischio sismico. Il brutto è che neanche questi dati – apparentemente dettagliati – sono sicuri: si tratta di stime, o campionature, perché l’anagrafe del patrimonio scolastico, decisa da una legge del 1996, non è poi mai stata fatta, causa la pigrizia o l’indifferenza o la malizia delle amministrazioni locali che non spedito al ministero i dati in loro possesso. Ammesso che le amministrazioni locali sappiano e, sapendo, intendano far qualcosa. Gli edifici scolastici ricadono sotto la responsabilità delle Province e quelli della Provincia di Torino hanno già allargato le braccia e alzato gli occhi al cielo: «Abbiamo a disposizione 20 milioni e sono pochi». In realtà, l’amministrazione provinciale di Torino (duemila dipendenti) ha speso 35 milioni per dotarsi di una sede ipermoderna in corso Inghilterra a Torino e non ha certo lesinato – per esempio – negli investimenti destinati alla viabilità (da ultimo una rotonda sulla provinciale tra Nole e Ciriè, ecc.). Dopo la scossa di terremoto in Molise che buttò giù la scuola di San Giuliano (31 ottobre 2002: 30 morti, di cui 27 bambini), vennero stanziati 13 miliardi e stilata la lista degli edifici scolastici «con priorità massima». Finora nelle casse della Protezione civile non è arrivato, di quei 13 miliardi, neanche un euro e le procedure sono tali che, anche quando i soldi si rendessero disponibili, bisognerà sputare sangue per aver ragione delle scartoffie e spenderli. [Giorgio Dell’Arti]