vanity, 12 dicembre 2008
Cai compra Alitalia
• Cai ha comprato Alitalia, impegnandosi a pagare 452 milioni e facendosi carico di debiti della vecchia compagnia per circa 600 milioni. Nello stesso tempo, è stata acquistata anche Air One: 300 milioni a Carlo Toto e accollo di debiti per 496. La nuova Alitalia (risultato della fusione con AirOne) comincerà a volare il 12 gennaio. Avrà 148 aerei e 70 destinazioni. Investirà 500 milioni l’anno prossimo e 900 nel 2010. Pareggio previsto nel 2009 (ma il numero dei passeggeri è in calo in tutto il mondo). 13.533 dipendenti, 1.170 dei quali con contratto a tempo determinato. I problemi sono parecchi. Intanto le tensioni con i piloti non sono sciolte, gli iscritti di Anpac e Up accetteranno il contratto che viene loro offerto, ma perdendo il maggior tempo possibile. Questo preannuncia uno stile sindacale non dissimile da quello che, nei vent’anni passati, ha contribuito ad affossare la compagnia. Ci sono poi i contrasti politici: la nuova Alitalia avrà il suo hub a Fiumicino o a Malpensa? Colaninno ha detto che si può senz’altro optare per Malpensa (immediate dichiarazioni di fuoco di Marrazzo e degli altri politici romani), a patto però che Linate si depotenzi, limitandosi a garantire il Milano-Roma e poco più (oggi, comunque, nove milioni e mezzo di passeggeri l’anno). Questa presa di posizione ha scatenato i leghisti: «Colaninno non può dettare condizioni al Nord. Non compete a lui stabilire quale debba essere la politica del trasporto aereo su Linate e Malpensa» (così il vicepresidente dei deputati del Carroccio, Marco Reguzzoni). Il terzo problema di Cai-Alitalia è proprio la tratta Milano-Roma: le Ferrovie dello Stato, facendo partire la Freccia rossa (vedi sotto) hanno messo una seria ipoteca su quel tragitto. Quarto problema: la compagnia non è neanche nata e ha già un miliardo di debiti, avendo lasciato in capo alla vecchia Alitalia, cioè al commissario Fantozzi, un miliardo e quattrocento milioni (almeno) da pagare, di cui si dovrà far carico la comunità. Ora che è giunta alla fine, ed è possibile un giudizio, l’operazione voluta da Berlusconi non pare affatto felice. Le tariffe della nuova compagnia si annunciano proibitive (un Milano-Roma open costa già adesso 360 euro!) e difficilmente riducibili dato il regime di monopolio che è stato garantito a Colaninno e soci. Air One, che aveva troppi debiti, è stata strapagata proprio per metter tranquille le banche, che appaiono a questo punto le vere beneficate di tutta l’operazione (non sarà per caso stata concepita fin dal primo momento solo per loro?). I soci di Cai sono al momento 21 e dovranno completare entro il 31 dicembre il versamento di 850 milioni in conto capitale. Altri 250 milioni arriveranno dal partner straniero, quasi sicuramente Air France, che prenderà il 20 o il 25 per cento delle quote. Monsieur Spinettà ha posto una sola condizione: che la politica non si metta in mezzo a voler dire la sua sulla gestione della compagnia. [Giorgio Dell’Arti]