vanity, 4 maggio 2009
Veronica contro il Cavaliere
• Nel gennaio del 2007 Veronica era già partita all’attacco del marito, apparentemente offesa da foto che lo ritraevano in compagnia di cinque belle ragazze e da cronache secondo cui aveva detto a una di queste cinque – era Mara Carfagna – : «Se non fossi sposato, ti sposerei». Veronica aveva scritto allora un’indignata lettera a Repubblica pretendendo pubbliche scuse. Berlusconi le aveva mandato a casa l’avvocato Ghedini, dato che tra i due era di fatto già finita, e l’avvocato l’aveva presa di petto: «Lei, signora, ha fatto una cosa gravissima. Ma come le è venuto in mente? Questi sono affari privati, non si mettono sui giornali. Eppoi abbiamo sempre trovato una soluzione, mi pare. Ne stavamo parlando, stavamo trattando, ma ora rischia di rovinare tutto. Lo dico anche nel suo interesse». Veronica aveva risposto: «Non c’è niente da trattare» e aveva poi ottenuto pubbliche scuse dal marito e il conferimento alla sua società Il Poggio di immobili a Milano, Londra e New York (fino a quel momento Il Poggio non aveva avuto in patrimonio che un appartamento a Porto Rotondo e uno a Bologna). Stavolta invece il marito non solo ha evitato di scusarsi pubblicamente, ma l’ha chiamata sprezzantemente “signora” e ha lasciato che sul sito del Pdl, dopo un blocco di quattro ore, fossero pubblicati gli insulti verso di lei dei fan di lui: «Troppo comodo fare la moglie di Silvio, goderne gli agi e poi attaccarlo» oppure «Non sei mai stata una grande attrice e hai fatto una vita da favola grazie a tuo marito. Piantala di infangarlo», o, peggio ancora, «Ricorda che Silvio ti ha visto al cinema in Attila il flagello di Dio», «Le mogli dei premier europei non si sognerebbero mai di ridicolizzare i propri mariti», eccetera. Ancora peggio l’iniziativa di Libero, non si sa se resa possibile dallo staff dello stesso Cavaliere: in prima pagina il quotidiano ha pubblicato le foto dello spogliarello di Veronica Lario in Le cocu magnifique, lo spettacolo che nel 1980 mandò Silvio fuori di testa («Ho sentito il fulmine ma non c’era il temporale»). Fu in quell’occasione che cominciò la storia: una relazione prima adulterina e poi regolarizzata col matrimonio nel 1990, testimoni di nozze i coniugi Craxi, Confalonieri e Gianni Letta. Il giorno delle nozze i due avevano già avuto i tre figli, nell’ordine Barbara (nata col Cavaliere ancora sposato a Carla Dall’Oglio), Eleonora e Luigi. [Giorgio Dell’Arti]