Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  aprile 29 Mercoledì calendario

Berlusconi e le sue donne

• Il premier è a Varsavia per faccende di governo e gli riferiscono il fatto. La risposta è a valanga: relativamente alle candidature la ”signora” ha creduto alle montature dei giornali di sinistra, a volte le donne sono nervose. «E poi non ne posso più di parlamentari maleodoranti e malvestiti». Relativamente alla famiglia: «I miei figli mi vogliono un bene dell’anima, credo di essere il più amato dei genitori». E relativamente a Noemi: è figlia – dice – dell’ex autista di Craxi e la conosco da allora. La storia dell’autista di Craxi viene subito smontata da Bobo Craxi e dagli ex politici socialisti di Napoli («Bettino non ha mai avuto autisti napoletani»). Quanto alle candidature, la lista ufficiale, che esce proprio quel giorno, comprende solo tre belle donne teoricamente ascrivibili all’esecrata classe dei “puri corpi”: Lara Comi, Licia Renzulli e Barbara Matera. Ma la Comi e la Renzulli vengono dalla politica (anche se non ne hanno grande esperienza) e l’unica attricetta – per dir così – è la Matera, che però Berlusconi difende a spada tratta col curioso argomento che «è laureata, bellissima e fidanzata col figlio di un prefetto amico di Gianni Letta». Che ne sarà stato di tutte le altre che hanno fatto indignare Veronica? Chiara Sgarbossa, la Sozio, la Petrone, la Cristina Del Giudice, la Maria Elena Valenzano giurano che sono state fatte fuori all’ultimo momento e per colpa di madame Berlusconi: «Avevamo già firmato dal notaio». Denis Verdini, Sandro Bondi e Ignazio La Russa, i coordinatori del Pdl, dicono che non c’è stato nessun repulisti finali. Sandro Bondi, invitato da me a giurare, ha giurato, incurante del fatto che fossimo alla radio e che decine di migliaia di persone lo stessero ascoltando. [Giorgio Dell’Arti]