Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  maggio 11 Lunedì calendario

Matrimonio tra Fiat, Chrysler e Opel

• Marchionne è andato in Germania a parlare con il ministro dell’Economia Karl-Theodor zu Guttenberg e a convincerlo che il matrimonio tra Fiat-Chrysler e Opel è un affare per tutti. Guttenberg ha giudicato il progetto dell’amministratore delegato della Fiat «interessante». La Bild è andata sotto a Marchionne e gli ha chiesto se non lo imbarazza, con tutto quello che si sa sul pressapochismo italiano, venire a fare offerte ai tedeschi. Marchionne ha risposto: «Io sono canadese». Alla domanda su quanti saranno i licenziati, su quanti stabilimenti chiuderanno eccetera, l’uomo Fiat ha promesso che, anche se i tagli saranno inevitabili, in Germania non vi saranno chiusure di fabbriche. Ma la resistenza di Berlino a Torino è sempre forte: pochi giorni dopo, il quotidiano Handelsblatt ha scritto nella sua versione on line che la Fiat intende chiudere due stabilimenti in Italia, uno a Sud e uno a Nord. Stavolta s’è sollevato il sindacato italiano, chiedendo subito un tavolo, e anche il ministro Scajola s’è fatto vivo con i vertici del Lingotto mandando una lettera. Gli uomini di Marchionne hanno risposto prima con un no comment e poi rendendo noto quello che già si sapeva e cioè che gli stabilimenti italiani in genere sono, causa il calo della domanda, sovradimensionati. E ancora di più lo saranno dopo l’accordo con Opel, dato che le due case fabbricano macchine simili e sulle stesse piattaforme. Secondo la Fiat, le fabbriche devono diminuire la loro capacità produttiva del 22 per cento. [Giorgio Dell’Arti]