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 2009  maggio 11 Lunedì calendario

Esodo in Pakistan

• Per una volta bisogna vincere lo sgomento che provoca l’esodo biblico in corso in Pakistan e raccontare freddamente la situazione politica: i talebani hanno occupato qualche settimana fa la valle dello Swat e vogliono creare una repubblica islamica, dove viga la sharia e il governo centrale non abbia voce. I talebani sono di etnia pashtun, la più grande tribù del mondo, maggioritaria in Afghanistan e molto forte anche in Pakistan. Controllavano già prima le province orientali afgane e quelle occidentali pakistane. L’invasione dello Swat ha tra le sue ragioni principali lo sfruttamento delle miniere di smeraldi di Gojaro Valley, le più preziose al mondo. Avendo cacciato gli americani della Luxury International e obbligato tutti i maschi giovani del posto a scavare, i talebani incassano adesso fino a centomila dollari al giorno dalla vendita di smeraldi grezzi al mercato nero. Con questi soldi finanziano la campagna di guerra attuale e le eventuali espansioni future. La controffensiva del governo centrale, guidato adesso dal presidente Ali Zardari (il vedovo di Benazir Bhutto), dovrebbe riuscire vincente, data la disparità delle forze in campo (più di centomila uomini contro poche migliaia di fondamentalisti). Dietro Zardari, oltre tutto, c’è Obama, anche se gli americani stanno pensando di sostituirlo alla guida del paese. Ma all’interno dello stesso esercito regolare, e specialmente nei quadri intermedi, il fondamentalismo islamico ha molti adepti. E del resto i talebani sono stati creati, all’inizio in funzione antisovietica, dagli stessi capi dell’Isi, il servizio segreto pakistano. Dunque le connivenze nel sistema sono molte. E poi si tratta di guerriglia, un tipo di combattimento dove i pochi, ma motivati, hanno spesso prevalso sui molti, soprattutto se sfiduciati. Il timore di Obama e del mondo è che il Paese vada in pezzi, essendo il Pakistan un mosaico di popoli ed etnie. In questo caso, i talebani e i fondamentalisti in genere potrebbero avere gioco facile nel far nascere accanto all’Iran un altro stato fondamentalista, anche se nemico di Teheran. In Pakistan ci sono tra le 60 e le 100 bombe atomiche, nascoste in luoghi segreti. Nemmeno gli americani sanno dove si trovano. [Giorgio Dell’Arti]