vanity, 6 settembre 2010
Ucciso un sindaco nel Salernitano
• Angelo Vassallo, un bell’uomo di 57 anni, moglie, due figli, sindaco di un piccolo paese del Cilento (cioè nel Salernitano). Nella notte tra il 5 e il 6 settembre esce di casa a bordo della sua station wagon grigia, ma dopo cento metri qualcuno lo ferma, gli fa abbassare il finestrino e gli spara. Il sindaco è già morto alla terza pallottola, ma gli assassini (o l’assassino) insistono e gli scaricano addosso nove colpi. Grande sensazione: Vassallo, a capo di una lista civica di centro-sinistra, governava quella piccola comunità di 2.500 persone da 15 anni e s’era guadagnato la fama di primo cittadino integerrimo, restìo persino alle raccomandazioni, quest’estate era entrato nei bar per intimare ad alcuni spacciatori di andarsene via, il mare del paese era celebre per l’acqua cristallina e, in generale, si sapeva che il sindaco era impegnato in una seria battaglia ambientale, era riuscito a imporre persino la raccolta differenziata dei rifiuti in un’area che, tutt’intorno, è considerata terra di camorra, speculazioni e malaffare. Le indagini sono state affidate alla Dda – Divisione distrettuale antimafia –, sottintendendo che l’omicidio va inquadrato in un contesto malavitoso. Il fratello, Claudio Vassallo, ha accusato i carabinieri di non averlo aiutato («Angelo aveva chiesto il loro intervento per impedire l’arrivo della droga, ma nessuno gli ha dato retta»), i carabinieri a loro volta smentiscono, il vicesindaco del paese ribadisce che da loro la camorra non è mai arrivata, un corteo di cinquemila persone con fiaccolata, a Caleo di Pollica, ha infine salutato la salma. Il delitto potrebbe essere legato alla ristrutturazione del porto (un affare da quattro milioni e mezzo di euro) o forse alla volontà di qualche palazzinaro di costruire in paese uno o più alberghi. La pista passionale, adombrata all’inizio, è stata subito abbandonata. [Giorgio Dell’Arti]