vanity, 30 settembre 2010
Tentata aggressione a Belpietro
• Il direttore del quotidiano “Libero”, Maurizio Belpietro (bresciano, 52 anni, sposato e con due figlie), gira da otto anni con una scorta di due uomini. Una di queste due guardie lo ha accompagnato fino alla porta del suo appartamento, al quinto piano di un condominio in via Monti della Pietà (Milano centro). Poi, mentre scendeva le scale, ha notato pochi gradini sotto il pianerottolo di Belpietro un tizio in camicia da finanziere, che stava fermo ad aspettare. Costui ha estratto una pistola, ha abbassato il cane e tentato di sparare, ma l’arma gli si è inceppata. La scorta allora ha esploso tre colpi in aria, mentre lo sconosciuto si dileguava. Televisioni e giornali hanno lungamente dibattuto sull’episodio, segno dei tempi carichi di tensione in cui vive un paese tuttavia ancora immerso nel benessere: c’è stata poco meno di un anno fa la statuetta tirata in faccia a Berlusconi e, pochi giorni addietro a Torino, il fumogeno con cui una ragazza di 24 anni ha colpito il capo della Cisl Raffaele Bonanni. Però, l’unico testimone dell’agguato a Belpietro è l’uomo della scorta, il quale una quindicina d’anni fa denunciò un episodio pressoché identico nella dinamica verificatosi ai danni del giudice D’Ambrosio, che proteggeva in quel momento. “La Repubblica” e “Il Fatto”, senza dirlo, hanno insinuato qualche dubbio. [Giorgio Dell’Arti]