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 2010  ottobre 18 Lunedì calendario

Salvati i minatori in Cile

• I 33 minatori sepolti da una frana a 622 metri sotto terra (miniera di rame di San José a Copiaco, deserto dell’Atacama, 830 chilometri da Santiago) sono stati salvati dopo settanta giorni dalla capsula Fenix, 422 chili, velocità in discesa di 7 metri al secondo e di 1 metro triplicabile in risalita. La capsula – in definitiva un ascensore – s’è infilata per trentatré volte consecutive in un condotto largo in media 71 centimetri. I minatori sono stati riportati su uno per uno (prima i cinque più forti, poi i cinque più deboli, poi gli altri). Dieci-venti minuti a viaggio, due notti e un giorno di su e giù. Ogni otto discese bisognava cambiare le ruote, corrose dalla roccia. Inutile dire che i 33 sono degli eroi planetari, assediati da duemila televisioni sbarcate da tutto il mondo nel deserto dell’Atacama (qualcuno ha notato: se la frana li avesse uccisi, sarebbero bastate due righe e forse neanche quelle). Intenso lo sfruttamento d’immagine del presidente Sebastian Piñera, che ha disposto l’inizio delle operazioni in modo da andare in onda sui tg della sera. Idem per il boliviano Evo Morales, che ha riportato in patria un suo concittadino a bordo dell’aereo personale. Tante storie commoventi: Jorge Galleguillos, che ha tenuto allegri i compagni suonando la chitarra; Edison Pena, che per tenersi in forma ha corso avanti e indietro nella galleria arrivando a coprire dieci chilometri; le mogli che si son fatte belle in attesa del ritorno dei loro uomini (e Antonia, compagna di Richard Villarroel, ha mostrato in tv la biancheria intima comprata per la prima notte); Carlos Barrios e Victor Zamora che hanno saputo dell’arrivo di un figlio mentre si trovavano sotto e Barrios ha gridato alla moglie: «Sicura che il padre sono io?». [Giorgio Dell’Arti]