vanity, 18 ottobre 2010
Indagini sulla morte di Sarah Scazzi
• Le indagini sulla morte di Sarah Scazzi portano alla luce dettagli sempre più raccapriccianti. La cugina di Sarah, Sabrina, figlia dell’uomo che ha confessato l’omicidio, è stata tenuta per una notte sotto pressione, non ha rivelato niente, ma alla fine è stata rinchiusa lo stesso nel carcere di Taranto. Secondo gli inquirenti ha aiutato il padre ad ammazzare Sarah: lei la teneva ferma, il padre le stringeva la corda intorno al collo. Perché? Forse perché Sarah la sera prima aveva rivelato che lo zio la molestava. Forse perché Sabrina si sentiva meno bella di Sara e ne era gelosa o invidiosa. La procura di Taranto si dice sicura del fatto suo e sostiene che le indagini sono «quasi concluse». I cronisti, giunti in massa nel piccolo paese di Avetrana (provincia di Lecce), si figurano ogni tipo di soluzione, persino quella – estrema – che l’assassina sia Sabrina e che il padre si sia rassegnato a far la figura del mostro per proteggerla. Gli avvocati di Sabrina – che in cella piange, ma non confessa – si dicono certi dell’innocenza della loro cliente. «Come si fa a prestar fede a un uomo che ha cambiato versione quattro volte?». A mettere in mezzo Sabrina è stato infatti proprio il padre assassino, Michele Misseri. Secondo gli avvocati perché punta a uno sconto di pena. «Come se si potessero far sconti a uno che ha fatto quello che ha fatto». [Giorgio Dell’Arti]