vanity, 19 ottobre 2010
La riforma della giustizia
• In Italia si discute di giustizia. Berlusconi ha annunciato che la riforma è pronta: separazione delle carriere tra pm e giudici giudicanti, Csm col 50% dei membri nominati dal Parlamento, impossibilità di appellarsi quando il verdetto di primo grado sia stato di assoluzione. Il giorno prima, in commissione Affari costituzionali del Senato, era stata approvata, con l’assenso dei finiani, la retroattività del lodo Alfano per le indagini su reati eventualmente commessi dal presidente della Repubblica o dal presidente del Consiglio. Significa che i processi saranno sospesi anche per i reati eventualmente commessi prima dell’entrata in carica. Su un altro punto del Lodo, però, è intervenuto addirittura Napolitano: il nuovo testo prevede infatti che lo scudo sia reiterabile, che cioè il presidente del Consiglio o il presidente della Repubblica, se nuovamente in carica, possano continuare a essere protetti dalla legge, previa autorizzazione del Parlamento. È proprio l’autorizzazione del Parlamento, che mette improvvisamente il capo dello Stato nelle mani di una maggioranza politica, ha suscitato l’allarme dei costituzionalisti del Quirinale e il giudizio di “irragionevolezza” da parte di Napolitano. Il punto contestato sarà eliminato, ma intanto la polemica ha confermato che Berlusconi, di scudo in scudo, continua a puntare al Quirinale, dove grazie al Lodo continuerebbe a essere protetto dagli assalti della magistratura. L’insieme delle polemiche ha rilanciato le ipotesi di un governo tecnico in caso di caduta del Cavaliere. Bocchino domenica ha detto che Futuro e libertà «è disponibile per un altro governo che modifichi la legge elettorale». [Giorgio Dell’Arti]