vanity, 22 ottobre 2010
La riforma delle pensioni in Francia
• In Francia è passata anche al Senato la legge che innalza l’età pensionabile minima da 60 a 62 anni e massima da 65 a 67. Perché diventi operativa manca l’approvazione della Corte costituzionale (metà novembre), ma intanto il paese è stato messo in una specie di stato d’assedio da studenti e sindacati. I gendarmi hanno riaperto con la forza la raffineria di Grandpuits (Seine-et-Marne) ferma come le altre da undici giorni e che, con la chiusura a oltranza, stava compromettendo i rifornimenti di carburante. Ci sono stati scontri a Lione, il porto di Marsiglia è paralizzato e la città è sommersa dai rifiuti a causa dello sciopero dei netturbini. A niente è servito che un emendamento approvato l’ultimo giorno preveda di riaprire la discussione nel 2013, per giungere a una revisione completa dell’intero sistema. Il leader degli studenti, il sedicenne Victor Colombani, ha detto alle telecamere: «Il governo ci sta rubando il futuro. Estendere fino a 62 anni l’età della pensione significa sacrificare quasi un milione di posti di lavoro per i giovani». La rivolta francese ha qualche elemento inspiegabile. I sondaggi di quest’estate mostravano che il Paese era rassegnato alla riforma. La Germania ha innalzato l’età della pensione a 67 anni e l’Italia a 65 senza che succedesse niente. C’è dunque qualcosa di più profondo che turba la Francia. [Giorgio Dell’Arti]