vanity, 25 ottobre 2010
Marchionne e la Fiat
• La Fiat guadagnerà quest’anno due miliardi di euro e Marchionne, domenica sera in tv da Fabio Fazio, ha detto che se dai conti si tagliasse l’Italia il risultato sarebbe ancora migliore («non un euro di utile da qui»). Scandalo generale e commenti che prevedono il definitivo abbandono del Belpaese da parte del Lingotto. D’altra parte i numeri parlano chiaro: i 22.080 dipendenti italiani costruiscono nei cinque stabilimenti nostrani 650 mila auto l’anno, produzione media per addetto 29,4 macchine (e senza contare le forniture dell’indotto). Lo stesso numero di vetture viene fabbricato in Polonia da 6.100 dipendenti, media a testa di 100 auto. La media dei brasiliani è di 77,6, la media delle tre aeree Fiat più importanti è di 53,2. Altri numeri, quelli dei ricavi, mostrano che la Fiat incasserà presto più dai mercati extraeuropei che da quelli del Continente e che l’Italia è quindi destinata a marginalizzarsi ulteriormente. Marchionne ha però ribadito che i 20 miliardi di investimenti promessi a suo tempo sono sempre sul tavolo. Bisogna solo che il Paese si metta a lavorare allo stesso ritmo e allo stesso livello dei nostri vicini. «L’Italia è al 118° posto su 139 per efficienza del lavoro e al 48° posto per la competitività del sistema industriale». L’amministratore delegato della Fiat s’è impegnato pubblicamente, quando faremo meglio, a riportare il livello dei salari a quello dei nostri vicini. Un sogno, si direbbe: un operaio italiano prende 23 mila euro l’anno, uno francese 30 mila, svizzeri e austriaci stanno sui 35-36 mila, i tedeschi portano a casa addirittura 42 mila euro. Cremaschi, ala sinistra della Fiom, ha detto che bisognerebbe proiettare il video dell’intervista in tutte le fabbriche per ottenere uno sciopero generale immediato. Marchionne aveva però chiarito a Fazio che la maggioranza dei lavoratori Fiat non è iscritta a nessun sindacato e confermato che la Fiom ha tesserato solo il 12% degli operai. [Giorgio Dell’Arti]