vanity, 29 novembre 2010
Contestata la riforma dell’università
• Docenti e studenti contestano in tutt’Italia, sfilando o arrampicandosi sui tetti di facoltà e monumenti storici, la riforma dell’università preparata da Maria Stella Gelmini. Sotto accusa soprattutto gli aspetti economici: il fondo per le borse di studio è stato tagliato da 96 a 70 milioni di euro, ai giovani ricercatori verranno offerti solo dei contratti a termine (tre anni più tre anni e sistemazione alla fine solo se si passa un esame), molti corsi di laurea pochissimo frequentati saranno soppressi, idem per le università troppo piccole, invitate a fondersi con qualche ateneo delle vicinanze. Forte opposizione anche all’idea che nei consigli d’amministrazione entrino dei privati (tre posti su undici): l’apertura al territorio viene vissuta non come occasione di sviluppo, ma come sottomissione della ricerca alle mire degli speculatori. La riforma è in dirittura d’arrivo alla Camera, e dovrà poi superare un altro passaggio al Senato, che si suppone breve. Qualche dato ulteriore: gli studenti e i docenti scesi in strada in tutt’Italia sono circa ventimila, gli iscritti alle nostro università (una settantina) sono poco meno di due milioni. Nella classifica internazionale QS – la più accreditata – la prima università italiana è Bologna, al 176° posto. La Sapienza, a Roma, è 190°. Le successive tre sono collocate tra il 190° e il 300° posto. Dieci stanno oltre il 400°. L’altra sessantina di atenei italiani non sono neanche presi in considerazione. [Giorgio Dell’Arti]