5 maggio 1978
Aldo Moro alla moglie Eleonora
Ecco le due lettere recapitate da don Antonio Mennini il 5
maggio 1978 (ma la data di stesura potrebbe essere antecedente).
• Mia dolcissima Neretta,
dopo un momento di esilissimo ottimismo, dovuto forse ad un mio
equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo, al momento
conclusivo. Non mi pare il caso di discutere della cosa in sé e
dell’incredibilità di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia
moderazione. Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l’indirizzo della
mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Resta solo di riconoscere che tu avevi
ragione. Si può solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i
nostri piccoli. Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della D.C.
con il suo assurdo ed incredibile comportamento. È sua, va detto con fermezza
così come si deve rifiutare eventuale medaglia che si suole dare in questo
caso. È poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati
dall’idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati delle loro personali
posizioni, non si sono mossi come avrebbero dovuto. Cento sole firme raccolte
avrebbero costretto a trattare. E questo è tutto per il passato. Per il futuro
c’è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di
ciascuno, un amore grande grande carico di ricordi apparentemente
insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi
parrà di essere tra voi. Per carità, vivete in un’unica casa, anche Emma se è
possibile, e fate ricorso ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le
vostre esigenze. Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per
occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per
le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e
incomprensibile. Sono le vie del Signore. Ricordami a tutti i parenti ed amici
con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore
eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo.
Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con te e tienmi
stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca) Anna Mario il
piccolo non nato Agnese Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto.
Tutto è inutile, quando non si vuole aprire la porta. Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo.
• Ora, improvvisamente, quando si profilava qualche esile
speranza, giunge incomprensibilmente l’ordine di esecuzione. Neretta
dolcissima, sono nelle mani di Dio e tue. Prega per me, ricordami soavemente
Carezza i piccoli dolcissimi, tutti. Che Iddio vi aiuti tutti. Un bacio di
amore a tutti
Aldo
[Aldo Moro, Lettere dalla
prigionia (a cura di Miguel Gotor), Torino 2008]