29 aprile 1978
Tags : Aldo Moro, il sequestro e l’uccisione
Quarantacinquesimo giorno del sequestro Moro
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Sesto messaggio di Moro. Viene abbandonato all’1.30 di notte nell’auto di un
giornalista del Messaggero. È una «lettera al partito della Democrazia
cristiana». Moro sostiene di non scrivere sotto dettatura, dice di essere
lucido e in libertà di spirito, precisa di avere sempre scritto in questo modo.
In un punto si rivolge anche al segretario socialista: «Guai, caro Craxi, se
una tua iniziativa fallisse». Conclude così: «Muoio, se così deciderà il mio
partito, nella pienezza della mia fede cristiana e nell’amore immenso per una famiglia
che io adoro (...). Ma questo bagno di sangue non andrà bene né per Zaccagnini,
né per Andreotti né per la Dc né per il Paese, ciascuno porterà la sua
responsabilità». [Cds 30/4/1978]
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Eleonora Moro consegna a Sereno Freato una serie di lettere del marito
indirizzate a Leone, Andreotti, Craxi, Fanfani, Ingrao, Misasi, Piccoli. A
Craxi ha scritto fra l’altro: «Poiché ho colto, pur tra le notizie frammentarie
che mi pervengono, una forte sensibilità umanitaria del tuo partito in questa
dolorosa vicenda, sono qui a scongiurarti di continuare ed anzi accentuare la
tua importante iniziativa. (...) Credi, non c’è un minuto da perdere». [Cds
1/5/1978]