4 aprile 1978
“Fra Marx e la Meinhof il codice dei brigatisti”
Insieme con il testo della lettera di Moro a Zaccagnini e con i loro consueti messaggi, le Brigate rosse hanno anche fatto conoscere un opuscolo da loro definito Risoluzione della direzione strategica, datato febbraio 1978. Sono sessanta pagine a stampa che si aprono con un capitolo dedicato all’«imperialismo delle multinazionali» e si concludono con una variante del famoso motto di Marx: invece di «proletari di tutto il mondo unitevi», le Brigate rosse scrivono «proletari di tutti i paesi uniamoci». (...) Attraverso una minuziosa presentazione di quelli che le Brigate rosse considerano «gli apparati della controrivoluzione preventiva nel nostro paese», si tende a una superdrammatizzazione delle condizioni attuali della Repubblica e dell’ordine pubblico. Ci sono frasi di effetto retorico: in Italia sarebbe in atto un «genocidio politico», la società è simile a «un Lager di milioni di produttori», «il riformismo non è mai separato dall’annientamento». (...) Nella parte finale l’opuscolo tenta analisi sociologiche sul «proletariato extralegale», sull’«esercito intellettuale di riserva» costituito da una parte del «lavoro nero», sulla piccola borghesia e sul lavoro femminile. Gli estensori rivelano, accanto alla costante presenza dei toni apocalittici, un procedere per sillogismi e un uso frequente di termini del linguaggio sociopolitico. Infine, dopo aver precisato che «le Brigate rosse non sono il partito comunista combattente ma un’avanguardia armata», i terroristi scrivono una frase che è stata riportata quasi con le stesse parole nel commento alla lettera di Moro a Zaccagnini: e cioè la minaccia di «trasformare il processo di guerra civile strisciante, ancora disperso e disorganizzato, in una offensiva generale». [Cds 6/4/1978]