18 febbraio 1861
L’aula costruita in due mesi
L’appuntamento è nella grande aula semicircolare eretta per l’occasione nel cortile di palazzo Carignano. Per accogliere tutti i parlamentari della nuova Italia, infatti, non sarebbe bastato il salone del palazzo disegnato nella seconda metà del Seicento da Camillo Guarino Guarini. Due mesi fa il governo ha affidato agli ingegneri Peyron e Alberti un compito arduo: «Dare nello spazio di 60 giorni una sede conveniente a un’assemblea deliberativa, capace di 600 stalli, collo sviluppo delle tribune destinate agli inviti d’onore e al pubblico, e porre l’intero edificio in comoda comunicazione col palazzo Carignano». Ci sono riusciti: trecento operai hanno lavorato giorno e notte alla sola messa in opera, tanti altri hanno preparato i singoli pezzi negli opifici di Torino e di altre città. Gli ultimi ponti sono stati tolti l’altro ieri. Anziché la forma ellittica del salone del Guarini, la nuova sede del Parlamento è a ferro di cavallo. Le pareti laterali non hanno alcuna apertura: la luce entra dal cielo di cristallo a doppia lastra che costituisce gran parte della cupola semicircolare (alta 30 metri nella parte più elevata). Illuminazione a gas riccamente distribuita. Ogni deputato ha al suo posto un bottone-molla per la chiamata con filo elettrico degli uscieri, un’invenzione dello stesso Peyron già sperimentata lo scorso anno. [Pers. 19/2/1861. M.Ill. 23/2/1861]