28 dicembre 1908
Tags : 1908 – Messina e Reggio, il nostro tsunami
Tempo pessimo, maremoto furioso
Messina, «specialmente nella parte guardante il mare, ha avuto danni enormi, irreparabili. Palazzi tra i più belli, solide chiese e teatri hanno ceduto più o meno completamente all’urto formidabile della scossa ondulatoria e sussultoria. Le macerie si accumulano in terra travolgendo quanti non furono svelti e fortunati nella fuga. È superfluo dire che lo spavento e la costernazione raggiunsero tragiche proporzioni. Un coro assordante, lugubre di migliaia di voci s’innalzò tra lo sgomento generale invocando soccorso. Il tempo, per di più, era pessimo, la mattinata oltremodo buia. (...) Il maremoto furioso ha affondato molte barche della marina. Fra le vittime ci sono numerosi marinai. (...) I detenuti sono fuggiti dalle carceri giudiziarie. E mentre ruinano le case e gli uomini fuggono, molti malviventi riuniti in squadre scorrazzano la città fra le macerie rubando e depredando dove possono. Tra le disgrazie va segnalato lo scoppio del gazometro, che ha fatto sviluppare un terribile incendio alimentato da un vento furioso». (dispaccio da Palermo del Messaggero) [Cds 29/12/1908]