2 giugno 1946
Lunghe code davanti ai seggi
• Grande fermento ovunque,
nelle città e nei piccoli centri. Gli italiani sono
impazienti di tornare a votare dopo oltre vent’anni, o di votare per la prima
volta: fin dalle prime ore del mattino si formano lunghe code ai seggi. A
Torino gli elettori sono in fila già fra le 3 e le 4, a Roma alle 5, assai
prima che le sezioni aprano i battenti. A Firenze a mezzogiorno e mezzo ha già
votato il 50 per cento. Nella capitale si calcola che quattro quinti degli elettori si siano
presentati alle urne contemporaneamente, nella mattinata. Non ci sono state
differenza di età o cattive condizioni di salute a moderare l’afflusso. Le
donne, numerosissime, le più pazienti: «Abituate alle estenuanti file
della guerra, quest’ultima è sembrata fatica leggera e sopportabile». A Roma l’affluenza
ha toccato il massimo a mezzogiorno, e l’attesa è sembrata più lunga anche per colpa del sole. Qualche donna è svenuta per
stanchezza. Alle 22, ora di chiusura dei seggi in questa prima giornata
elettorale, l’affluenza alle urne è molto alta: tra l’80 e il 90% in alcune
sezioni di Milano, l’85 a Pavia e Piacenza, l’82% a Firenze, a Roma il 67%
(quando mancano ancora i dati di alcune decine di sezioni), sopra il 60% a
Napoli. [Mes. 4/6/1946, Av. 4/6/1946]