Giuseppe Porzi, Corriere Adriatico 21/11/2015, 21 novembre 2015
di GIUSEPPE PORZI MACERATA - Va veloce Laura Cioli, maceratese, da qualche giorno amministratore delegato di Rcs
di GIUSEPPE PORZI MACERATA - Va veloce Laura Cioli, maceratese, da qualche giorno amministratore delegato di Rcs. Andava veloce quando, studentessa del liceo scientifico Galilei praticava l’atletica leggera - velocità naturalmente - e se la cavava niente male. Lo era allora e non si è più fermata. Ha lasciato Macerata nel 1982 per Bologna: il tempo di laurearsi in Ingegneria elettronica a pieni voti con lode e poi ripartire subito: destinazione Milano, per frequentare con successo un master in Business administration alla Sda Bocconi. Per molti della provincia Milano è un punto di arrivo, per lei la sfida di una grande corsa a tappe. Inizia come consulente alla Itp Automazione, dove si occupa di progetti per la programmazione e la gestione per la produzione. Una palestra importante, dirà in seguito, per capire i problemi di un’azienda. Ci resta un anno, riparte e approda in Bain & Company. Laura Cioli è nata il 10 luglio, è un Cancro, il segno di chi sa organizzare ed elaborare strategie e alla Bain & Company lo fa per sette anni fin quando nel ’99 viene chiamata alla Vodafone Italia dove è executive director: si occupa, naturalmente, di strategia e di sviluppo. Ha trentasei anni la manager maceratese, un’età in cui, in un’Italia gerontocratica, ti dicono che sei un pivello, spesso per affossarti; lei, invece, è già nel salotto buono della grande impresa italiana. Ma chi ama correre non si fa fermare, perché vede sempre un traguardo da superare, sempre qualche metro più in là: in velocità, come sempre. Altri sette anni e nel 2006 è in Eni Gas & Power, dove arriva alla carica di vicepresidente. È responsabile dello sviluppo della società, gestisce tra l’altro le strategie commerciali, di marketing e di comunicazione. Due anni, e siamo al 2008, e il nuovo traguardo si chiama Sky Italia dove diventa direttore generale. È ormai nel novero dei grandi manager internazionali e intanto si è sposata, il marito è nel mondo della finanza, e ha una figlia che oggi ha dieci anni. La famiglia, i figli, la carriera: come fa una donna?, ci si chiede un po’ meccanicamente in questi casi. Nessun problema, rispose lei qualche tempo fa a una giornalista, magari pensando che, al contrario, le donne sono una risorsa. “E’ sciocco rinunciare al 50 per cento dei cervelli di cui ci si può avvalere”, disse ai tempi di Sky al giornale di cui si dovrà occupare. Semplice: come correre. Cioli non pratica più l’atletica, ma prosegue un’altra passione, lo sci: ancora velocità, manco a dirlo. E di fermarsi neanche a parlarne: nel marzo del 2012, dopo tre anni e mezzo lascia Sky per - disse - intraprendere nuove sfide professionali. Che hanno nomi da vertigine: nello stesso anno è infatti nel consiglio di amministrazione di Salini Impregilo; nel successivo entra, sempre come indipendente, in Cofide di Carlo De Benedetti e in World Duty Free e infine è nominata amministratore delegato di Cartasì, che all’epoca contava 1,95 miliardi di transazioni gestite, 11,5 milioni di carte tra credito e prepagate, 28 milioni di funzioni di debito, 600 mila esercenti convenzionati. Finalmente la vetta, l’ultimo traguardo si direbbe. Sbagliato: la corsa non si ferma. Cioli entra anche nel Cda di Telecom e, nella primavera scorsa, in quello di Rcs: è uno dei sei nomi indicati da Mediobanca frutto di un’intesa tra Fca, Pirelli, Intesa Sanpaolo e Diego Della Valle. Da venerdì è amministratore delegato e direttrice generale a Rcs e dovrà riportare a galla una barca zavorrata da un debito calcolato a fine anno di 350 milioni; dovrà stilare il piano industriale e soprattutto dovrà convincere i creditori a ristrutturare il debito. Questa volta la corsa è in salita per la manager dagli occhi di ragazza, ma i numeri sono nel suo Dna: il padre Aimone è stato prima vicedirettore e poi direttore generale dell’allora Cassa di risparmio di Macerata. Anche lui faceva i conti e amava tagliare traguardi: posati i libri contabili, aprì quelli universitari e a oltre settant’anni si laureò all’Università di Macerata. Perché correre è facile, vincere è da campioni.