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 2016  marzo 02 Mercoledì calendario

POSTER

«Il poster in cameretta? Ronaldo il Fenomeno. Oggi il mio idolo è l’altro Ronaldo, Cristiano. È alto e veloce come me. Molto più di me, eh» (Kevin Lasagna, attaccante del Carpi).

UNESCO «Totti è il patrimonio della Roma, è come l’Unesco. Ha dato la vita alla Roma e deve rimanere romanista. Se si ritirerà credo si sia meritato un posto nella dirigenza. Montella ha detto che lo vorrebbe alla Sampdoria? Magari venisse, non c’è problema. Totti è il calcio, gli altri sono il pallone» (Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria).

MECCANICO «Il mio vero idolo è papà Gustavo. Lui è un meccanico e mi ha trasmesso la passione per i motori. No, niente velocità, preferisco metterci le mani. Amo le auto d’epoca, a casa ne ho tre. Niente a che vedere con il calcio, è un hobby che mi sporca le mani ma mi libera la mente» (Diego Laxalt, centrocampista uruguaiano del Genoa).

GUFI «Il motore alla faccia dei gufi è ok. Dovevamo girare come criceti nella ruota e così abbiamo fatto» (Maurizio Arrivabene, team principal della Ferrari).

BUIO «Io andavo a scuola alle 7 del mattino ed era buio, uscivo alle 14 ed era buio. Per qualcuno può essere deprimente, ma io non mi ci trovo male» (Emil Hallfredsson, centrocampista islandese dell’Udinese).

PENSIERI «Mi è dispiaciuto star fuori e sentire certe voci, ti vengono brutti pensieri ma tutti mi sono stati vicini: presidente, Galliani, staff e compagni. All’Europeo non penso, ora voglio solo giocare» (Jeremy Menez, calciatore francese del Milan, tornato a giocare dopo sei mesi dopo un problema alla schiena).

LENTO «Non ho alcuna limitazione. Sono rimasto fermo un anno senza fare niente, ma pian piano sto recuperando la velocità e la prontezza. Sono un po’ lento, è vero ma sono totalmente recuperato dall’operazione alla testa di quindici mesi fa. Non vado via da qui perché voglio continuare a giocare nella Roma e anche perché non accetto di giocare ad un livello più basso di quello che sento mio. Non lo accetto» (Leandro Castan, difensore brasiliano della Roma).

ST MORITZ «Ai miei tempi non si poteva andare a St Moritz dopo una sconfitta perché si andava tutti in ritiro» (Sandro Mazzola, ex calciatore, parlando della crisi dell’Inter e dell’attaccante Mauro Icardi in particolare).