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 2016  marzo 02 Mercoledì calendario

GLI EFFETTI DELLA MARIJUANA


Una delle prime testimonianze sull’efficacia dell’uso di cannabis nel combattere l’emicrania proviene da un medico persiano vissuto nel IX secolo d.C., e da allora in poi, prima la medicina araba, e poi quella occidentale, hanno usato la marijuana per trattare con successo il dolore di pazienti colpiti da cefalee, ma senza mai seguire un trial clinico che ne comprovasse l’efficacia e ne descrivesse gli effetti collaterali. Uno studio pubblicato su «Pharmacotherapy» cerca di fare chiarezza con un esperimento condotto su 121 pazienti affetti da emicrania, una patologia neurologica cronica che interessa circa un miliardo di persone, ossia quasi il 15 per cento della popolazione mondiale. Secondo la ricerca, l’inalazione delle sostanze che si liberano dalla combustione della marijuana migliora il trattamento delle emicranie acute e diminuisce la loro frequenza, che fa scendere la media dei mal di testa dal 10,4 per cento al 4,6 per cento al mese, mentre la cannabis commestibile sembra addirittura prevenirne i sintomi. Benché non sia ancora chiaro in che modo la sostanza riesca ad attenuare l’emicrania, è noto però che i recettori dei cannabinoidi sono presenti in diversi organi e tessuti, compreso il cervello, i tessuti connettivi e il sistema immunitario. Questi recettori, oltre ad avere proprietà antinfiammatorie e analgesiche, influenzano i livelli di dopamina e serotonina, due neurotrasmettitori che sembrano avere un ruolo chiave nell’origine del disturbo.
Mattia Maccarone