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 2016  febbraio 27 Sabato calendario

SE I BAMBINI OMAGGIANO IL CAPO ULTR


Sabato 20 febbraio a Bergamo si è tenuta una marcia per esprimere solidarietà al Bocia, all’anagrafe Claudio Galimberti, leader degli ultras dell’Atalanta, condannato al regime di sorveglianza speciale per 18 mesi: in pratica non può uscire la notte dalle 22 alle 6. Mentre scriviamo, non conosciamo l’esito del ricorso inoltrato dall’avvocato del “sorvegliato”. Il Tribunale di Bergamo ritiene il Galimberti un individuo pericoloso: negli ultimi tempi il capopopolo ha minacciato il capo della Digos locale («Ti ammazzo!»), aggredito un giornalista, picchiato un ragazzo che lo aveva redarguito mentre imbrattava un muro, ordinato il pestaggio di uno juventino. Le più recenti malefatte di un soggetto che da anni ne combina di ogni. Eppure centinaia di bergamaschi – 1.600 secondo gli organizzatori del corteo, 700 per la Questura – hanno sfilato lungo il percorso stabilito. L’errore più grande che si possa commettere è credere che Bergamo stia col Galimberti. Quella di sabato 20 è stata la protesta di una minoranza, gran parte della città non ne può più del Bocia. Non prendiamo posizione contro la sfilata, il diritto alla protesta è sacro, se esercitato nei limiti della legge. Ci preme evidenziare un’altra cosa. L’edizione di Bergamo del Corriere della Sera ha scritto che nelle ultime file camminavano bambini muniti di bandierine e nel leggere queste righe ci sono ritornate in mente le parole di Ezio Vendrame, geniale calciatore degli Anni 70, poeta e scrittore: «Quando allenavo nei settori giovanili, sognavo di avere una squadra di orfani». I genitori nel calcio, che problema.