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 2016  marzo 01 Martedì calendario

DELITTI USCITI SUL FOGLIO DEI FOGLI DEL 29 FEBBRAIO 2016


Mirela Balan, 40 anni, e sua figlia Larisa Elena, 12. Romene, rispettivamente madre e sorellastra di Andrei Filip, 20 anni. La Balan, badante molto nota ad Albaredo d’Adige dove viveva da dieci anni, di continuo litigava col figlio, bracciante arrivato in Italia tre anni fa, perché non lo voleva in casa. La sera di sabato 13 febbraio, durante l’ennesima discussione, il Filip prese un coltello da cucina e con quello segò la gola della madre sua fin quasi a decapitarla. Quindi scese al piano di sotto e sgozzò pure la sorellastra. Dipoi prese il bancomat della mamma riuscendo a prelevare solo duecento euro e al ritorno a casa con un coltellaccio da macellaio fece a tocchi i cadaveri, li infilò in tre borse, e buttò il tutto nell’Adige. Infine se ne andò dal padre, in pullman, in Romania, ma al rientro in Italia fu arrestato dai carabinieri.
Sera di sabato 13 febbraio in una casa ad Albaredo d’Adige, Verona.

Marianna Luberto, 7 mesi. Di Cosenza, figlia di Francesco Luberto, avvocato, e di Giovanna Leonetti, 37 anni, biologa, impiegata in un laboratorio di analisi. Costei, in cura per depressione post partum, si lamentava con tutti perché la bambina coi suoi pianti e le sue urla non la faceva più dormire. L’altra mattina erano insieme nel lettone quando la piccola prese a piangere, allora lei, non riuscendo a calmarla, le pigiò un cuscino sul viso finché non smise di respirare. Quindi inghiottì interi blister di barbiturici e tranquillanti senza però riuscire a morire.
Tarda mattinata di sabato 20 febbraio in un’elegante casa a tre piani in via Molinella, nel centro di Firenze.

Annamaria Luci, 55 anni. Di Molochio (Reggio Calabria), casalinga, sposata con Salvatore Morabito, 65 anni, benzinaio in pensione, tre figli. I coniugi, a detta dei vicini «normali, tranquilli», in realtà da qualche tempo litigavano di continuo. L’altro giorno durante l’ennesima discussione lui prese il suo fucile da caccia caricato a pallini e le sparò un colpo nel petto. Quindi s’andò a costituire ai carabinieri.
Verso le 13 di lunedì 22 febbraio a Molochio, 2.584 anime in provincia di Reggio Calabria.

Rosica Montana, 31 anni, e sua madre Maria Ascarov, 51. La Montana, originaria della Moldavia, un paio di mesi fa aveva lasciato il marito Rino Begu, albanese, 40 anni, e coi due figlioletti era andata a vivere dalla madre, custode di un canile appena fuori Rovigo. Tra gli ex coniugi erano liti continue perché lei gli impediva di vedere i bambini. L’altro giorno il Begu si presentò al canile chiedendole per l’ennesima volta di vedere i ragazzini, lei per l’ennesima volta gli disse di no e allora lui tirata fuori una pistola le sparò due colpi nel petto. Quindi inseguì la suocera in cortile e sparò pure a lei. Infine si puntò l’arma alla tempia e fece fuoco.
Sera di venerdì 26 febbraio in un canile a Fenil del Turco, appena fuori Rovigo.

Eugenio Tura De Marco, 60 anni. Salernitano, ex carrozziere, una figlia di nome Daniela. L’altro pomeriggio a casa sua andò il fidanzato della ragazza, Luca Gentile, 22 anni, che durante una lite gli infilò un coltello nove volte in un fianco, nella gola, sul cranio, sul naso e nel cuore. Il Gentile dice d’averlo ammazzato perché il Tura De Marco, che s’era invaghito di lui, quel giorno, del tutto ubriaco, gli era saltato addosso e gli aveva palpato i genitali.
Sabato 20 febbraio in un appartamento in piazza D’Aiello nel rione Fornelle, a Salerno.

Maurilio Vargiu, 51 anni. Ispettore di polizia in servizio alle telecomunicazioni della questura di Cagliari, «sempre pronto ad aiutare gli altri», sposato, due figli. L’altra mattina la sorella lo chiamò dicendogli di correre a casa sua perché il marito Gianpriamo Piras, 59 anni, pensionato, tre figli, molto addolorato dalla recente morte della madre, stava dando di matto al punto che s’era sparato un colpo di fucile al fianco. Vargiu si precipitò laggiù, provò a calmare il cognato, ma quello gli puntò addosso il fucile e gli sparò un colpo in piena faccia.
Alle 7 di mattina di sabato 20 febbraio in una casa in via Fontana a Soleminis, nel Cagliaritano.

SUICIDI

Loriana Dichiara, 57 anni. Avvocatessa di Montegiorgio (Fermo), «donna e professionista brillante», in passato impegnata in politica, da qualche tempo soffriva di crisi epilettiche e di depressione. Il giorno di san Valentino doveva andare col compagno a pranzo dalla sorella, invece montò da sola sulla sua vecchia Fiat Punto, andò a Loreto, parcheggiò non lontano dalla Basilica della Santa Casa, e mandò giù un mix di psicofarmaci sciolti in una bottiglietta d’acqua. Trovata cadavere in auto, raggomitolata sul sedile posteriore, lunedì 22 febbraio. Un biglietto, per dire addio ai parenti e spiegare che era stufa di curarsi.
Dopo domenica 14 febbraio a Loreto in provincia di Ancona.