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 2016  febbraio 29 Lunedì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 96

(Grandi uomini, piccoli padri)

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NOMI ILLUSTRI MA PADRI «DISTRATTI» –
Cameriera. Galileo Galilei divenne padre per la prima volta a 36 anni, il 16 agosto del 1600, giorno della nascita di Virginia. La madre era la cameriera di Galileo, Marina Gamba, 22 anni, bella, procace, sveglia. Gli darà altri due figli, Livia e Vincenzio, ma solo quest’ultimo sarà legittimato dal padre.
Mantenimento. Quando si stufò della compagna e tornò in Toscana, Galileo mantenne con lei buoni rapporti e le lasciò il piccolo Vincenzio. Quantunque oberato di debiti, continuò a inviarle denaro per il mantenimento di Vincenzio anche dopo che lei s’era trovata un nuovo compagno.
Suore. Le figlie femmine rimasero con Galileo. Sul finire del 1613 fece accogliere le due bambine tra le clarisse nel Monastero di San Matteo ad Arcetri, località collinare che sovrasta Firenze. Nel 1616 Virginia diventò suor Celeste, nel 1617 Livia prese il nome di suor Arcangela.
Lettere. Virginia scriveva a suo padre continuamente. Galileo rispondeva raramente. Lei era sempre preoccupata di importunare il genitore, di rubargli tempo prezioso, di «venirgli a fastidio». Lo informava delle proprie condizioni di salute e di quelle della sorella, dava conto della vita del monastero, chiedeva timidamente al padre qualche favore, per sé o per il convento, come «qualche quattrino per provvedere a’ miei bisogni», una gallina per fare un po’ di brodo, «qualche barattolo o ampolla vota» che al padre sia d’ingombro e che a lei servirebbe invece molto per la bottega del convento.
Trovatelli. Jean-Jacques Rousseau, considerato il fondatore della pedagogia moderna e uno dei maggiori rappresentanti dell’Illuminismo francese, ebbe cinque figli dalla giovane cucitrice Thérèse Levasseur, con la quale iniziò una relazione nel 1745 e che sposerà civilmente solo ventitré anni dopo. Di tutti i figli, si liberò subito dopo la nascita collocandoli all’Ospizio dei Trovatelli. La prima volta lui stesso ammise di aver preso la decisione «risoluto, senza il minimo scrupolo». Giustificò il suo operato osservando che così facendo si adeguava a un modello «in auge fra persone amabilissime e in fondo onestissime», e addirittura che «chi popolava meglio l’ospizio dei trovatelli era sempre il più applaudito».
Silenzi. Manzoni, che si scusa spesso con le figlie per i suoi prolungati silenzi, per gli annunci di prossime lettere che non scrive (del resto deve scusarsi con tutti per lo stesso motivo: amici, parenti, conoscenti…) ma nello stesso tempo ha sempre una giustificazione, a suo avviso validissima: la cattiva salute – sua o della moglie – gli impegni letterari, le incombenze per la casa milanese o la villa di Brusuglio, «l’aver avuto gente». Spiega spesso in modo vago i continui ritardi nello scrivere, naturalmente «involontari»: «Sono, al solito, [cagioni] non gravi, ma molte e rinascenti». Oppure si tratta di «affari inderogabili e ristrettezze», non meglio specificati. Quando poi scusanti vere non ce ne sono, si autoassolve così: «…la pigrizia è della penna e non del cuore». In compenso, chiede a loro, alle figlie, di scrivergli più spesso, «e lettere lunghe».
Pensieri. «La donna fa una grande cosa: partorisce i figli, ma non partorisce i pensieri, questo lo fa l’uomo» (Tolstoj).
Lieserl. Lieserl, figlia di Albert Einstein e di Mileva Mari? (che sarebbe poi divenuta sua moglie e gli avrebbe dato altri due figli) “cancellata” perché giunta in un momento e in un contesto sbagliati. L’esistenza di Lieserl fu scoperta solo nel 1987, circa ottantacinque anni dopo la sua nascita, quando furono pubblicate alcune lettere fra Albert e Mileva. Nessuno sa che fine fece questa bambina rifiutata dai genitori.
Progetti. Poco tempo prima di morire, Hans Albert dirà del padre, Albert Einstein: «Probabilmente l’unico progetto cui rinunciò in tutta la sua vita fui io».
Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 29/2/2016