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 2016  febbraio 26 Venerdì calendario

A QUEL GROSSO E GRASSO MATRIMONIO CINESE IL PARTITO ADESSO DICE NO


Il «grosso» e «grasso» matrimonio cinese potrebbe diventare piccolo e magro. Di austerità si tratta, ma non c’entra la crisi della borsa di Shanghai. Nel mirino ci sono nozze e funerali. Che dovranno essere più «parchi», secondo una legge anticorruzione emanata nelle scorse settimane che ha lasciato perplessi molti cinesi, sia sulle motivazioni sia sull’efficacia. Tutto parte da una regione dello Sichuan, dove d’ora in poi il numero dei banchetti nuziali per la celebrazione di un matrimonio sarà limitato ad uno. I tavoli non dovranno essere più di 69, non sono però specificati i posti a sedere. Le auto del corteo nuziale, non più di sei.
Da qui, una valanga di commenti tra il serio e il faceto su Weibo, il più diffuso social network cinese. «Non bastava il controllo su religione, internet e giornali. Adesso anche il matrimonio lo sceglie il partito» si legge in uno di questi.
Matrimoni e funerali in Cina sono eventi per cui molte famiglie impiegano una bella fetta di risparmi, talvolta indebitandosi. Così, viene messo un limite anche al «prezzo della sposa», la dote che tradizionalmente la famiglia dello sposo versa a quella della futura moglie: non dovrà superare i 60 mila yuan (circa 8mila euro). Stesso tetto per il valore dei regali.
E viene ridotto il numero delle auto nei cortei funebri: al massimo cinque. Cinque come il numero delle vacche che si potranno macellare, usanza in Cina ancora diffusa come buon auspicio verso il dipartito ma soprattutto come ostentazione di ricchezza. Stop a fuochi d’artificio e coriandoli. Perché, fin dai tempi antichi, i riti in onore dei defunti c tutto l’armamentario occorrente sono una parte consistente della tradizione popolare, piuttosto elaborata. Dalla ricchezza della famiglia dipende la durata della cerimonia, che può arrivare a sette giorni, la quantità di cibo sull’altare, l’importo delle offerte agli eredi, proporzionali alla ricchezza del caro estinto. «I banchetti sfrenati li fanno i ricchi, non il ceto medio. Fermare la corruzione limitando le spese delle cerimonie è come fermare il vento con le mani» ha commentato uno studente da Pechino.
Secondo Zhu Xinxin, giornalista radiofonico, la nuova stretta potrebbe estendersi ad altre provincie. Parlando a Radio Free Asia ha aggiunto che il provvedimento «è la pura demagogia di chi finge di combattere la corruzione con leggi miopi che non vanno a colpire laddove è utile intervenire». Spesso però i quadri della burocrazia cinese hanno usato il paravento di sfarzose cerimonie per scambiarsi favori e bustarelle. Negli ultimi due anni sono stati segnalati in Cina 2,8 milioni di casi di corruzione aventi come sfondo cerimonie pubbliche o private, però solo 338mila sono finiti con una condanna.