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 2016  febbraio 24 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL PUNTO SUL CASO YARA


REPUBBLICA.IT
Una giornata calda e carica di momenti di tensione al processo contro Massimo Bossetti accusato di essere l’assassino di Yara Gambirasio. In programma le audizioni di una teste e dei parenti dell’imputato. Dopo il primo colpo di scena con la signora Azzolin che dice di aver visto il muratore di Mapello in auto con Yara e dopo i silenzi della madre e del fratello dell’imputato, durante la deposizione della moglie sule ricerche porno fatte su Internet, Bossetti esplode in un “Basta è intollerabile”.

La prima protagonista dell’udienza è Alma Azzolin, casalinga di Trescore Balneario (Bergamo), che dice di aver visto Bossetti in un periodo che va "da dopo Ferragosto ai primi di settembre del 2010, prima dell’inizio delle scuole" in compagnia di una ragazzina a bordo di una station wagon grigia nel parcheggio del cimitero di Brembate di Sopra (Bergamo). Quella ragazzina, secondo la donna, era Yara. La signora Azzolin ha spiegato di averla riconosciuta da una fotografia nella quale la 13enne ha i capelli sciolti e si vede che porta l’apparecchio.

LA VOLVO V 40 AL SETACCIO DEI CARABINIERI

La donna ha spiegato anche di aver riconosciuto Bossetti "dallo sguardo quasi spiritato" e dagli "occhi azzurri chiarissimi, che sembravano quasi bianchi, come quelli di una volpe", con i quali l’aveva "fissata con forte intensità" in occasione del loro incontro.

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Bossetti, la teste: "L’ho vista in auto con Yara". Gli avvocati della famiglia: "Attendibile a metà"
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"Accompagnavo tutti i martedì e i giovedì mattina - ha spiegato la donna - mia figlia agli allenamenti della sua squadra di ciclismo", che partivano proprio dal centro sportivo di Brembate. "Una mattina avevo bisogno di andare in bagno - ha aggiunto la teste - e sapevo che nel parcheggio del cimitero c’era un cassone. Quando ho posteggiato è arrivata anche una station wagon grigia che si è posizionata davanti a me". L’uomo alla guida "aveva occhi chiarissimi e mi ha fissato con insistenza", poi "ha fatto un giro con la sua macchina ed è andato a piazzarsi vicino alla siepe che delimita il parcheggio".
Bossetti, la teste: "L’ho vista in auto con Yara". Gli avvocati della famiglia: "Attendibile a metà"
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A quel punto la donna è uscita dall’auto ed è entrata nel cimitero per utilizzare la toilette. "Proprio in quel momento è arrivata una ragazza che avrà avuto 13, 14 o 15 anni e indossava una maglietta rosa scuro, salmone scuro e aveva le gambe scoperte, ma non ricordo che pantaloncini avesse. La ragazza - ha aggiunto la testimone - aveva i capelli lunghi, mossi: è arrivata correndo e si vedevano ondeggiare. E poi è salita in auto".
Bossetti, una testimone in aula: "L’ho visto in auto con Yara". La difesa: "Non era lui"
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I difensori di Bossetti, controesaminando la signora Azzolini, hanno spiegato di avere degli elementi in base ai quali sono convinti di poter dimostrare che Bossetti quel giorno non era dove ha raccontato la testimone. Poiché, infatti, la donna accompagnava la figlia agli allenamenti di ciclismo il martedì e il giovedì e dal momento che la Azzolini colloca l’episodio tra metà agosto e l’inizio dell’anno scolastico, secondo i difensori l’unico giorno che può essere preso in considerazione è il 9 settembre. "Possiamo dimostrare - hanno spiegato gli avvocati - che in tutti i martedì e i giovedì di quel periodo Bossetti si trovava a pranzo lontano. E possiamo anche dimostrare che non c’era neanche il 9 settembre 2010".

Nella seconda parte dell’udienza si è presentata in aula Ester Arzuffi, la madre di Bossetti, che si è avvalsa della facoltà di non rispondere alle domande delle parti in quanto parente dell’imputato. Stessa scelta anche per Fabio Bossetti, fratello di Massimo. Ha invece deciso di rispondere alle domande Marita Comi, moglie dell’imputato. Al pm Letizia Ruggeri ha spiegato che le ricerche di materiale pornografico sul computer di casa "qualche volta le facevo io, qualche volta insieme, oppure io da sola". Ma ha precisato di "non aver fai fatto ricerche su tredicenni".

"E’ intollerabile, basta!". Massimo Bossetti è sbottato così durante il controesame della moglie Marita Comi da parte dell’avvocato, Enrico Pelillo, che ha incalzato la donna su chi fosse l’autore delle ricerche elencandole una dopo l’altra. La teste ha replicato a tutte le domande con un "può darsi, non posso escluderlo". E di fronte alle ripetute richieste del legale la moglie di Bossetti ha risposto: "Ma è lecito o no?". L’avvocato Pelillo a quel punto ha risposto polemico: "Se vuole una consulenza legale passi dal mio studio, qui risponda alle domande". Da qui la reazione stizzita di Bossetti, presente come sempre alle udienze: "È intollerabile, basta!".

Nella
sua deposizione Marita Comi ha ripetuto di essere convinta che se suo marito non le avesse detto la verità "sarebbe crollato subito". La donna, che durante i colloqui in carcere aveva posto al marito domande pressanti, ha spiegato che era "travolta dalle notizie che arrivavano, che sembravano certezze e io volevo verità". La Comi ha aggiunto che qualora suo marito fosse stato colpevole, l’avrebbe lasciato "anche per tutelare i miei bambini".



DAGOSPIA
1 - YARA: LA MADRE DI BOSSETTI NON RISPONDE
(ANSA) - Ha preferito di avvalersi della possibilità di non rispondere in quanto congiunta Ester Bossetti Arzuffi, madre di Massimo Bossetti nel processo a carico del figlio per l’omicidio di Yara Gambirasio. La deposizione della donna pertanto è durata pochi istanti. Ester Arzuffi, si è seduta sul banco dei testimoni e ha rivolto un saluto con la mano e un sorriso al figlio.
Dopo essere stata avvertita dal presidente della corte che poteva avvalersi della facoltà di non rispondere ha deciso in tal senso. La donna ha sempre negato, come invece stabilito dalle indagini, che Massimo Bossetti sia figlio dell’autista di autobus morto nel 1999, Giuseppe Guerinoni. Anche accertamenti scientifici esperiti dalla famiglia in forma privata hanno stabilito che Massimo non è figlio di Giovanni Bossetti.
2 - YARA: TESTE, VIDI BOSSETTI IN AUTO CON UNA RAGAZZINA
(ANSA) - Una donna bergamasca ha ricordato oggi nell’aula in cui si celebra il processo per l’omicidio di Yara Gambirasio di aver visto nell’estate del 2010, Massimo Bossetti, nel parcheggio di un cimitero, in compagnia di una ragazzina che era salita a bordo della sua auto. La donna ha raccontato che l’uomo che aveva visto in auto con quella ragazzina che poteva avere 13-14 anni l’aveva "fissata intensamente, tanto che ho provato disagio". Vede quell’uomo in quest’aula? Le è stato chiesto: "quell’uomo è Massimo Bossetti".
La donna, che accompagnava la figlia ad allenamenti di ciclismo, ha poi raccontato di aver visto una seconda volta l’uomo che la fissava dall’auto nel parcheggio del cimitero, in un supermercato, alcuni giorni dopo.
Dopo il fermo di Bossetti, il 14 giugno 2014, guardando una trasmissione televisiva che mostrava anche il parcheggio del cimitero si era ricordata della circostanza e ne aveva parlato con i carabinieri e poi era stata convocata dai militari per deporre. In mattinata è previsto il controesame della testimone da parte dei difensori di Bossetti. Le testimonianze della mamma del muratore Ester Arzuffi e della moglie di Bossetti, Marita Comi, sono previste nel pomeriggio.
3 - YARA: TESTE, PER ME LA RAGAZZA IN AUTO ERA LEI
(ANSA) - Secondo Alma Azzolini la ragazza che vide in auto nell’estate 2010 a bordo di un’auto con quello che ritiene essere Massimo Bossetti, era Yara Gambirasio. La donna, durante la sua deposizione, ha spiegato che, una volta viste le immagini di Yara quando era scomparsa, si convinse di averla già vista. Solo dopo aver visto le immagini di una trasmissione televisiva che ritraeva il cimitero avrebbe fatto mente locale. "La ragazza che vidi in macchina aveva l’apparecchio per i denti ed aveva le guance molto rosse".
4 - YARA: DIFESA, BOSSETTI NON ERA DOVE DICE LA TESTE
(ANSA) - I difensori di Massimo Bossetti, contro esaminando la testimone Alma Azzolini, la donna che ha raccontato di aver visto Massimo Bossetti in auto con una ragazza che la donna ritiene essere Yara, nell’estate del 2010, hanno spiegato di avere degli elementi in base ai quali sono convinti di poter dimostrare che Bossetti quel giorno non era dove ha raccontato la testimone.
Poiché, infatti, la donna accompagnava la figlia agli allenamenti di ciclismo il martedì e il giovedì e dal momento che la Azzolini colloca l’episodio tra metà agosto e l’inizio dell’anno scolastico, secondo i difensori l’unico giorno che può essere preso in considerazione è il 9 settembre. "Possiamo dimostrare - hanno spiegato gli avvocati - che in tutti i martedì e i giovedì di quel periodo Bossetti si trovava a pranzo lontano. E possiamo anche dimostrare che non c’era neanche il 9 settembre 2010".