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 2016  febbraio 24 Mercoledì calendario

MILANO

All’incertezze di spese e investimenti, gli italiani preferiscono il materasso. Meglio, quindi, tenere i soldi in tasca che fare acquisti. Certo, il materasso - per il momento - è stato sostituito dalla banche, ma con i tassi a zero è come se i risparmi fossero chiusi nel cassetto di casa. Un circolo vizioso che si alimenta: nonostante gli sforzi della Bce, i tassi negativi e la pioggia di liquidità sui mercati, la domanda di consumi non riparte e con loro l’inflazione.

Secondo uno studio di Unimpresa, lo scorso anno le riserve degli italiani sono aumentate di oltre 70 miliardi di euro: la crisi e la paura di nuove tasse restano più forti di qualunque incentivo congelando la liquidità delle banche. Dal rapporto dell’associazione ementre che dal dicembre 2014 al dicembre 2015, l’ammontare dei depositi in Italia è passato da 1.510 miliardi a 1.581 miliardi in aumento del 4%.

Il saldo dei conti correnti è cresciuto di 86 miliardi, da 808 miliardi a 877 miliardi (+8%), mentre si registra un calo di oltre 20 miliardi per i depositi con durata prestabilita. I salvadanai delle famiglie sono saliti di oltre 18 miliardi, quelli delle imprese di 26 miliardi, quelli degli istituti di credito di 17 miliardi. In lieve aumento anche le riserve di assicurazioni e fondi pensione che sono salite di 2 miliardi in 12 mesi (+14%), mentre quelle delle imprese familiari sono salite di 4 miliardi (+9%).

Per il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi "con una situazione di questo tipo si fa fatica a immaginare un 2016 con grande sprint sui consumi: le prospettive di crescita robusta sono poche e infatti anche il governo ha tagliato le stime sul Pil dall’1,6% all’1,4%.
Servirà una manovra correttiva sui conti pubblici, secondo il nostro Centro studi fino a 9 miliardi, e questo significa molto probabilmente nuove tasse, che poi è il motivo principale per cui sia le famiglie sia le imprese cercano di accumulare fondi d’emergenza".