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 2016  febbraio 24 Mercoledì calendario

GUINNESS DELLE FOLLIE


Un giorno sei in Corea del Sud a testare i lacci da scarpe più resistenti del mondo, un altro in India per certificare la lezione di yoga con più persone di sempre, ovvero 35.000. Girare il pianeta per registrare i primati più bizzarri è il mestiere di Marco Frigatti, 45 anni, nato in Italia ma trasferitosi 13 anni fa a Londra, dove si trova la sede centrale del Guinness World Records. Frigatti è il direttore della squadra internazionale di omologazione dei record, che conta 25 persone, ed è l’uomo al quale 10 anni fa è stato chiesto di riorganizzare in modo più moderno le regole di questo repertorio, che di anni ne vanta 61. Laureato in lingue (ne parla sei, oltre all’italiano), è arrivato qui rispondendo a un annuncio un po’ vago, che chiedeva solo di conoscere tre lingue, essere bravo nella ricerca e soprattutto curioso: «Allora, ero l’unico straniero tra giudici e verificatori: oggi abbiamo uffici e corrispondenti in tutto il mondo», ricorda.

RIUNIONI SURREALI. Ecco, l’ufficio: va bene viaggiare, però la maggior parte del tempo i giudici la trascorrono tra riunioni e verifiche di dati forniti da aspiranti primatisti, ma non potrebbe essere altrimenti con una media di mille richieste di record da vagliare ogni settimana. Certo, è una vita d’ufficio ad alto tasso di surrealtà: «Può capitare di discutere come regolamentare il primato per l’uomo capace di afferrare al volo più arpioni scagliati da un fucile subacqueo all’aria aperta. È importante, per esempio, porre un limite alla velocità del fucile, in modo che nessuno sia avvantaggiato».
Che un record sia standardizzabile, così che altri possano sfidare il detentore, è uno dei criteri per accettarlo. Gli altri sono che sia misurabile («Ho gli occhi più belli del mondo è soggettivo e non va bene»), che sia verificabile («Mio figlio mi ha parlato prima che nascesse, dalla pancia, non è facilmente documentabile»), che risponda a una sola variabile («Misuriamo l’uomo più alto e l’uomo più veloce, ma non l’uomo alto più di due metri più veloce») e che sia battibile, o che faccia venir voglia di batterlo.
Poi ci sono giornate più surreali di altre, come la mattina in cui John Lynch, un signore di 78 anni, si presentò sostenendo di avere il record di piercing sul corpo. «In sede non facciamo misurazioni di questo tipo, ma si trattava di un anziano e aveva percorso parecchia strada, perciò abbiamo fatto un’eccezione. In un istante era nudo in uno dei nostri uffici di lavoro e noi con fotocamera e clicker per conteggiare abbiamo verificato sotto ogni piega di pelle e dove non batte il sole sperando che non entrasse nessuno. Alla fine non aveva neppure il record. Due settimane dopo aveva aggiunto i 25 piercing che gli servivano per il primato e si è ripresentato: ho ceduto la lunghissima verifica a un altro giudice».

PESI E MISURE. Essere seri e rigorosi in temi giocosi e stravaganti è il compito del team di Frigatti e la misurazione è una delle questioni chiave: «Per stabilire come definire l’uomo più tatuato del mondo abbiamo deciso di rifarci al criterio usato dai dermatologi, che dividono il corpo in aree e misurano la superficie affetta da una patologia in percentuali, applicando una serie di punteggi in base alla gravità. In questo modo, siamo in grado di considerare più strati di tatuaggi e di includere zone tatuabili come le gengive o il bulbo oculare. Il record viene sempre certificato da un dermatologo. Un criterio analogo lo usiamo per determinare l’uomo più peloso. A volte, però, la soluzione è più difficile: come misurare il volume di una scultura di popcorn a forma di gorilla? Calcoli trigonometrici per il gorilla a parte, i popcorn sono terribilmente irregolari».
Il segreto è aggirare l’ostacolo e scegliere come criterio l’altezza o il peso ma, non molti lo sanno, il problema della misurazione è spesso a carico di chi propone il record: «Il gruppo di Gemona del Friuli che ha realizzato il tiramisù più grande, 3.015 kg, lo ha sollevato con una gru e poi l’ha pesato usando un dinamometro. Tra parentesi, il cibo è una delle categorie più popolari, specie in Italia, ma non è semplice perché, oltre a dover essere preparato in un’unica lavorazione e non unendo, per dire, migliaia di tiramisù, va fatto seguendo tutte le norme igieniche anche perché, per regolamento, alla fine deve essere consumato interamente».


CONIGLI E RISCIÒ. «In effetti, ciò che amo di più di molti primati è la parte ingegneristica che ci sta dietro», spiega Frigatti. «Per esempio, c’è stato un ragazzino di 14 anni, Matthew Lucci, che ha modificato un tostapane, inserendoci un motore ad alta velocità e una specie di volano, per battere il record, già esistente, di lancio verso l’alto di pane tostato: molti guardano solo la fetta che vola fino a 4,57 metri, ma non è la parte più bella dell’impresa. Un’altra esperienza meravigliosa è stata assistere al preparativo di Walter Rolfo e Piero Ustignani, entrambi italiani, a Saint-Vincent (Aosta), per battere il record di conigli estratti dal cilindro (300) e osservare la catena di persone nascoste sotto il palcoscenico per permetterlo».
Già, perché nel Guinness c’è spazio anche per la magia, ma non quanto a Frigatti (e forse a molti altri) piacerebbe, visto che, per standardizzare il record, è necessario rivelare il trucco: una piccola contraddizione.
Diversamente da quanto viene facile immaginare, la maggior parte dei primati viene raggiunta in assenza di un giudice: l’anno scorso è avvenuto per circa 3.500 record sui 5.000 ratificati. In questi casi, bisogna produrre una serie di prove per dimostrare di aver compiuto la propria impresa: «Spesso il nostro rigore rende le cose difficili, come nei record che prevedono lunghi viaggi, per i quali servono testimoni o prove video: una volta abbiamo ricevuto un filmato che durava 13 giorni ininterrotti. Per fortuna, la tecnologia, come l’avvento del gps, aiuta un po’, anche nei controlli. Un concorrente sosteneva di aver fatto il viaggio più lungo in risciò a bicicletta, ma il gps ci dava alcuni tratti percorsi a 80 km/h: probabilmente si era fatto trainare da un’automobile e non l’abbiamo omologato».
Un’altra categoria particolarmente aiutata dalle nuove tecnologie? «Quella del rutto più sonoro», risponde ridacchiando Frigatti. «Un tempo ci voleva uno studio di registrazione: oggi ci sono macchinari molto sofisticati, ma comunque facili da trovare, che misurano la pressione del suono». Per la cronaca, quello maschile, 109,9 db, appartiene all’inglese Paul Hunn, quello femminile, 107,0 db, all’italiana Elisa Cagnoni (per intenderci: 110 decibel è il rumore di uno sparo).

VERSO IL FUTURO. Tecnologia e scienza la fanno da padrone anche tra i primati veri e propri. Quest’anno, per esempio, è stato inserito il primo oggetto stampato in 3d nello spazio: un pezzo di ricambio per la stampante stessa, prodotto sulla Stazione spaziale. Record come questi sono segnalati dai giudici, ciascuno specializzato in una disciplina, che leggendo riviste scientifiche o comunicando con le Università si tengono aggiornati.
«Molti, però, vengono ottenuti da gruppi di studenti, come quello del cristallo più grande, uno di solfato di rame coltivato da 8 ragazzi tedeschi fino a un peso di 69,8 kg. Quanto alla tecnologia, nuovi record si sono aperti con lo sviluppo di Internet e dei social media e, più di recente, grazie ai droni volanti e ai robot. Molti sono affascinanti, come il volo in formazione aerea di 100 droni in Austria, ma alla fine, confessa Frigatti, i più popolari restano quelli che riguardano persone o animali, soprattutto quelli domestici: «L’ultima moda? I cani sullo skateboard. Ce n’è uno che ha percorso 100 metri in 19,65 secondi, in California, e i tentativi di batterlo sono ormai moltissimi».
Federico Bona