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 2016  febbraio 24 Mercoledì calendario

ARTICOLI SU VIRGINIA RAGGI DAI GIORNALI DEL 24/2/2016 – ANNALISA CUZZOCREA, LA REPUBBLICA – Rimette la giacca blu elettrico che le ha portato fortuna nel video di presentazione, Virginia Raggi

ARTICOLI SU VIRGINIA RAGGI DAI GIORNALI DEL 24/2/2016 – ANNALISA CUZZOCREA, LA REPUBBLICA – Rimette la giacca blu elettrico che le ha portato fortuna nel video di presentazione, Virginia Raggi. Indossa gli stessi orecchini, la stessa collana, nel filmato in cui dice grazie a chi l’ha votata e agli attivisti «che sono al nostro fianco ogni giorno». Parla di Roma che non è solo una città, «è storia». Promette: «Sarà un compito difficile, ma io non ho paura. Dopo Mafia Capitale, i cittadini si prenderanno la rivincita». Avvocato civilista, esperta di diritto d’autore, proprietà intellettuale e nuove tecnologie, 37 anni, un figlio di 6 e un marito che l’ha portata nel mondo dei 5 stelle nel 2011, la Raggi ha vinto le comunarie on line organizzate dal Movimento a Roma con 1764 voti, quasi 400 in più del secondo arrivato Marcello De Vito, suo collega in consiglio comunale negli ultimi due anni. A votare - su 9mila iscritti - sono stati in 3862. Non dovevano esserci cordate o colpi bassi. Questo chiedeva - oltre a minacciare multe per chi lo viola - il severo regolamento sottoscritto. Ci sono stati entrambi: la strada per Virginia si è fatta più semplice con il ritiro della ventisettenne Annalisa Bernabei, attivista del quartiere di Paola Taverna. Marcello De Vito si è fermato al 35 per cento nonostante l’appoggio di colei che è considerata il sindaco ombra dei 5 stelle nella capitale, Roberta Lombardi. E la simpatia del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Ha dimostrato grinta, Virginia Raggi, quando per sbaglio uno strano errore - il suo nome è finito tra i politici coinvolti in Mafia Capitale (era stata una lettera del prefetto di Roma Franco Gabrielli a dire chiaro che non c’entrava niente). E quando - ancora ieri - un giornale on line parlava di un dossier che la vedeva a lavoro per uno studio di legali legati a Silvio Berlusconi e Forza Italia («I falsi scoop a orologeria che danneggiano solo gli autori», scrive lei su Facebook. Poi linka un articolo un cui si svela la bufala e di fatto minaccia querela: «I miei colleghi avvocati sono molto contenti di poter lavorare finalmente a qualcosa di facile». Infine il post scriptum: «Ma quanta paura vi faccio?». Non è esplicito, ma appare chiaro che non stia parlando a quelli che da oggi saranno i suoi avversari politici quanto a chi ha tentato di tagliarle la strada dentro il Movimento. (C’era stata una vicenda analoga a Milano, dove uno dei favoriti era stato accusato diaver corso in passato con Forza Nuova). A Casaleggio Virginia Raggi è piaciuta quando l’ha vista all’opera a In mezz’ora. C’erano state voci contrarie, intorno a lei qualcuno parlava di una eccessiva suscettibilità («Si agita troppo, come farà a reggere?»). Dalla sua però ha sempre avuto Alessandro Di Battista. Colui che gran parte del Movimento avrebbe voluto sindaco dice a Repubblica: «Sono contento, è tempo che sia una donna a guidare Roma. Le suggerisco di non scendere nelle polemiche politiche e di parlare solo delle soluzioni ai problemi dei cittadini, senza rispondere agli attacchi che sicuramente le arriveranno. Noi le daremo una mano». Sarà così, a Roma i parlamentari locali saranno in prima linea, in campagna elettorale e non solo. A Trieste, invece, a nulla è servita l’influenza del parlamentare europeo Marco Zullo. La compagna, Sabrina Sabia, che si era candidata con una specie di blitz nel meet up ha dovuto gareggiare on line con l’attivista storico Paolo Menis. E ha perso. *** IL POST 24/2 – Nelle votazioni online di martedì 23 febbraio, gli iscritti al Movimento Cinque Stelle hanno scelto come candidata sindaco per il comune di Roma Virginia Raggi. Gli iscritti al Movimento 5 Stelle potevano scegliere tra i cinque più votati al primo turno delle “comunarie”, le primarie del M5S. Lo scorso 18 febbraio si erano presentati circa 200 candidati e ne erano stati selezionati 48. I dieci più votati hanno ottenuto accesso al secondo turno: cinque di loro avevano rinunciato, in corsa ne erano rimasti cinque e Virginia Raggi ha vinto. Alla votazione hanno partecipato 3.862 iscritti su circa 9.500 (poco più di un terzo) e Raggi ha ottenuto il 45,5 per cento dei voti, pari a 1.764 voti (il secondo classificato Marcello De Vito Marcello ne ha presi 1.347). Raggi era da tempo descritta dalla stampa come la più popolare esponente locale del M5S in città. Virginia Raggi ha 37 anni, è nata e cresciuta a Roma, nel quartiere San Giovanni, e poi a 26 anni si è trasferita nel quartiere Ottavia, nella periferia nord. Si è laureata in Giurisprudenza all’Università di Roma Tre ed è specializzata in diritto d’autore, proprietà intellettuale e nuove tecnologie. Nel 2007 è stata nominata Cultore della Materia presso l’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”. Raggi racconta di aver fatto volontariato in alcuni canili della città e di aver creato alcuni Gruppi di Acquisto Solidale. La Stampa scrive che Raggi «a Roma ha saputo lavorare astutamente col mondo di SEL, con associazioni come la Ex Lavanderia, con occupazioni solidali di luoghi come l’ex Manicomio Provinciale Santa Maria della Pietà». E scrive anche che Raggi lavora in un importante studio legale, che secondo alcuni «sarebbe troppo vicino a Forza Italia». Quando il voto era ancora in corso è infatti circolato online un presunto documento che accusava Raggi di lavorare per lo studio che in passato ha assistito Cesare Previti, Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e Mediaset, per esempio nella denuncia alla Rai per la trasmissione Raiot di Sabina Guzzanti. Raggi ha replicato annunciando su Facebook: «Stanno facendo di tutto per screditarmi anche oggi durante il voto. E così, dopo la bufala di Mafia Capitale (il nome della Raggi compariva per sbaglio nelle carte degli inquirenti, ndr), eccone un’altra. Ma le bugie hanno le gambe corte. I miei colleghi avvocati sono molto contenti di poter lavorare finalmente a qualcosa di leggero e facile. Ma quanta paura vi faccio?». Raggi ha cominciato a fare politica con il Movimento 5 Stelle nel marzo del 2011 e nel 2013 è stata eletta consigliera comunale con 1.525 preferenze. In questi anni si è occupata soprattutto di scuola e ambiente, dall’opposizione. Dopo la fine delle votazioni online, sul blog di Beppe Grillo è stata pubblicata una dichiarazione di Virginia Raggi: «Mafia Capitale ci ha dimostrato che a Roma la vera politica non la fanno i partiti, ma i cittadini romani. Quelli che si svegliano alle 5 del mattino ogni giorno e attendono ore prima che passi l’autobus che li porti a lavoro. La politica la fanno tutte quelle mamme che si fanno in quattro per trovare un asilo pubblico decente per il proprio bambino. La fanno i commercianti, i liberi professionisti, gli artigiani che pagano le tasse più alte d’Italia ricevendo servizi scadenti. La politica a Roma la devono fare i musei, i parchi, il centro storico e le periferie. Non siamo solo una città, siamo storia. E qualcuno ha provato a cancellarci, speculando sulle nostre spalle. Ora è il momento di prenderci la nostra rivincita. Sarà un compito difficile e ne sono pienamente consapevole, ma non mi spaventa. A essere spaventati sono coloro che vogliono che resti tutto com’è. Perché non è vero che Roma non può tornare al pari di grandi metropoli europee come Berlino e Parigi, non è vero che la Capitale non può rinascere. Possiamo tornare ad essere città del mondo ed è il momento di riprenderci la nostra storia. #RomaAiRomani!» Quelle di Roma saranno elezioni anticipate, arrivate in seguito alla decadenza da sindaco di Ignazio Marino – dopo le sue dimissioni, il ritiro di quelle dimissioni e le successive dimissioni della sua giunta – e una stagione politica molto confusa e drammatica per la città, a causa degli scandali, delle inchieste giudiziarie e dell’impopolarità dell’amministrazione pubblica. Gli altri candidati a sindaco di Roma sono Guido Bertolaso per il centrodestra (sostenuto da Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, anche se tra qualche turbolenza), Alfio Marchini che correrà da indipendente con l’appoggio di NCD e Stefano Fassina, già responsabile economia del PD ai tempi della segreteria Bersani, e oggi deputato di Sinistra Italiana (partito nato dall’unione di SEL e alcuni fuoriusciti dal PD). Il PD sceglierà il suo candidato il prossimo 6 marzo con le primarie. Il favorito è Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, ex radicale. Raggi, insieme a tutti gli altri candidati del Movimento Cinque Stelle al consiglio comunale, ha sottoscritto un contratto che la impegna a pagare una penale molto alta e a dimettersi in caso arrechi un “danno di immagine” al movimento. Il contratto la impegna inoltre, una volta eletta, a far approvare preventivamente allo staff di Beppe Grillo tutti gli atti amministrativi di una certa importanza. *** CLAUDIO MARINCOLA, IL MESSAGGERO – Che abbia un carattere forte non è un mistero. E lo ha dimostrato anche quando il giorno della presentazione delle candidature alla Camera dei deputati rubò la parola al suo principale competitor Marcello De Vito. Guardandolo dritto disse: «Scusa... ma vorrei dire qualcosa anch’io». Quando si dice determinata e, in un certo senso, predestinata. Virginia Raggi, 37 anni, avvocato, per gli uscieri capitolini ”la moretta”. Apparentemente calma, gentile, brillante. Di fatto la più rigorosa, inflessibile, ortodossa. Tre anni in Campidoglio non l’hanno cambiata di una virgola. Attivista era. Attivista è rimasta. Pura e dura. Studi legali, avvocato, mamma, ma soprattutto grillina al cento per cento. Mai una osservazione fuori linea, un post fuori luogo. Dei quattro consiglieri Cinque Stelle che siedono in alto a destra nell’aula Giulio Cesare, appena sopra la testa di Alfio Marchini, lei è sempre stata la più identitaria. Punto di riferimento da quando è in politica è Alessandro Di Battista, il romano del Direttorio, il più ascoltato dai guru. Il suo mentore, dicono. Nel video si presenta con un «ciao» acqua e sapone. Promette trasparenza e onestà, dice che si batterà per i romani «che si svegliano alle 5 del mattino e attendono ore prima che passi l’autobus per portarli al lavoro». Si schiera dalla parte di quelle mamme «che si fanno in 4 per trovare un asilo pubblico decente per il proprio bambino». E giura: «Questa sarà la rivincita dei romani». LA BUFALA E però questa sfida grillina 2.0 non è stata proprio in punta di fioretto. Anzi. Tra candidati al rush finale, amici dei candidati e fake, deve essere partito qualche colpo proibito. Un sito online ha pubblicato proprio ieri la notizia che la Raggi ha lavorato presso lo studio legale Sammarco, quello che tra i suoi clienti ha avuto FI e Cesare Previti. Così che lei, la Raggi, ha dovuto ricordare sul suo profilo Facebook che «anche oggi, proprio durante il voto», è partita «la nostra razione di fango quotidiano, un falso scoop a orologeria». Come se lavorare in uno studio riconosciuto e affermato fosse una colpa. Di Battista, aveva detto: «Di fango ne arriverà tanto e noi siamo pronti, i miei collegi avvocati sono già al lavoro». LA CARICA DELLE DONNE Eccola insomma Virginia Raggi non ancora ai nastri di partenza ma pronta a dare battaglia. Maturità scientifica al Liceo Isacco Newton, studi universitari a Roma Tre, l’Ateneo degli studenti di sinistra. Casa, Campidoglio e famiglia. Un marito attivista come lei. E due passioni in comune: la Lazio e la bicicletta. In Campidoglio, in commissione Lavori pubblici, la Raggi si schierò contro «lo Stato enclave che impone allo Stato ospitante e ancor di più alla città eterna già duramente provata, il Giubileo e chiese in che misura il Vaticano avrebbe contribuito a sostenere i costi delle «costose opere previste». Un carattere forte, si diceva, insomma. E colpisce che anche a Roma - come già a Milano con Patrizia Bedori, disoccupata, 52 anni, e a Torino, con Chiara Appendino, 31 anni, bocconiana - la scelta dei Cinque Stelle sia caduta su una donna. Grilline pronte a sfidare l’establishment del macho italiano. Claudio Marincola *** MARIA ROSARIA SPACCINO, CORRIERE DELLA SERA – Ha vinto la favorita. Virginia Raggi, 37 anni, avvocato civilista, mamma, ex consigliere comunale durante l’amministrazione Marino, ieri è diventata il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle. La vincitrice delle «Comunarie», le votazioni on-line sul blog di Grillo, volute dal direttorio, è stata scelta da 1.764 iscritti certificati ovvero il 45,5% dei votanti. Ha battuto Marcello De Vito, anche lui avvocato ed ex consigliere comunale, che ha preso il 35%, ovvero 1.347 preferenze. Da subito si era capito che Raggi era destinata a rappresentare i Cinque Stelle alla sfida per Roma. I commenti sui blog e sui social del Movimento, già nei giorni scorsi, la eleggevano come la migliore. E alla presentazione dei sei aspiranti candidati alla Camera dei Deputati, qualche giorno fa, lei ha sfoggiato un piglio sicuro. «Certo che vogliamo governare Roma, caspita se lo vogliamo!», ha risposto alla domanda su chi dubitava sulla reale volontà del M5S di voler guidare Roma. Un atteggiamento sicuro sostenuto dai sorrisi delle parlamentari grilline Paola Taverna e Roberta Lombardi. Ha vinto contro un uomo la prima battaglia «in casa», ma ora dovrà scendere in guerra contro una compagine completamente maschile. Salvo cambiamenti dovrà vedersela con Guido Bertolaso, candidato del centrodestra, Alfio Marchini, il candidato de «La Destra» Francesco Storace, Stefano Fassina, per «Sinistra Italiana». E contro il vincitore delle primarie del centrosinistra, i cui favoriti sono Roberto Morassut e il vice-presidente della Camera, Roberto Giachetti. Proprio quest’ultimo le ha fatto i complimenti su Facebook. «In bocca al lupo a Virginia Raggi, candidata 5 stelle. Auguro a lei e a tutti una campagna elettorale leale e costruttiva. Roma se la merita», scrive sul social. «Mafia Capitale ci ha dimostrato che a Roma la vera politica non la fanno i partiti, ma i cittadini romani», ha detto Raggi in un video dopo la vittoria, «qualcuno ha provato a cancellarci, speculando sulle nostre spalle  Ci prenderemo la rivincita». Avvenente, esile, determinata: non ama parlare con i cronisti, alle telefonate risponde con sms di circostanza. Potrebbe diventare la prima donna sindaco della Capitale. Sa che questa è la sua vera forza, più che il pugno di voti che l’hanno scelta, corrispondenti ai residenti di un paio di condomini dell’Appio Latino, quartiere popolare della periferia sud-est dove è nata. Maria Rosaria Spadaccino *** JACOPO IACOBONI, LA STAMPA – Virginia Raggi da ieri è la candidata sindaco del Movimento cinque stelle a Roma, ha ottenuto il 45,5% (1764 voti) contro il 35 di Marcello De Vito (1347 voti). Ma chi è questa giovane avvocatessa romana che potrebbe davvero conquistare Roma, se sono vere le percentuali a cui è dato il M5S? Virginia è ormai una “anziana” militante cinque stelle, consigliera uscente in Campidoglio. È molto apprezzata da Casaleggio. È avvocato e lavora per lo studio Sammarco a Roma, in questo non c’è nessuna scoperta, e ovviamente nulla di male: lo comunicò lei stessa nel 2013, nel suo curriculum quando fu eletta consigliere in Campidoglio. Ma è un dettaglio che è bene raccontare meglio, perché politicamente rilevante, e ci aiuta a capire di più sul possibile futuro sindaco di Roma. Gli avvocati Sammarco non sono uno studio qualunque, e a Roma evocano certi mondi anziché altri. Lo studio ruota attorno a un piccolo team di avvocati, innanzitutto Pieremilio, civilista; e - consulente esterno - Alessandro, penalista; il quale si assunse la parte penale delle difese di Previti, Berlusconi, Dell’Utri, in importanti processi. Alessandro subentrò anche nella difesa di Luciano Gaucci, facendo infuriare l’ex legale del vulcanico Gaucci, l’avvocato Montone, che in un’intervista al Fatto accusò: «L’avvocato che mi ha scavalcato (nella difesa) è Alessandro Sammarco, legale del premier Silvio Berlusconi, di Dell’Utri e di Previti». Montone era convinto che la vicenda Gaucci fosse usata politicamente per attaccare Fini e aiutare Berlusconi. La giovane avvocato Virginia Raggi, arrivata in studio Sammarco nel 2009, non è entrata in questi processi; si occupa di diritto dell’informazione, nuove tecnologie, diritti di proprietà; e, quando ieri la cosa ha cominciato a circolare molto, ha messo le mani avanti su facebook, minacciando querele: «Stanno facendo di tutto per screditarmi, e così, dopo la bufala di Mafia Capitale (fu fatto filtrare che il suo nome fosse nella relazione prefettizia, e non era assolutamente vero, nda.), eccone un’altra. Ma le bugie hanno le gambe corte. I miei colleghi avvocati sono molto contenti di poter lavorare finalmente a qualcosa di leggero e facile. Ma quanta paura vi faccio?». La bufala a cui allude è che lei lavori per Forza Italia, cosa palesemente infondata. Mentre risulta tuttora - come abbiamo verificato telefonando in studio - in forze allo studio Sammarco. Tra Roma Nord, la Lazio, la tribuna all’Olimpico e i Parioli, quello è un mondo di vera destra romana, qualcosa che politicamente entusiasma molto poco la base originaria del Movimento cinque stelle. Che la candidata sindaco del Movimento lavori in quello studio suscita perplessità in molti simpatizzanti cinque stelle. Raggi peraltro è un personaggio interessantissimo anche per altri profili. A Roma ha saputo lavorare astutamente anche col mondo di Sel, con associazioni come la Ex Lavanderia, con occupazioni solidali di luoghi come l’ex Manicomio Provinciale Santa Maria della Pietà. Ha insomma anche un coté radical (i suoi avversari dicono radical chic), mercatini biologici e gruppi d’acquisto equosolidali, che la rende spendibile a sinistra. E poi, d’altra parte, lavora nello studio degli avvocati che difesero Previti e restano a lui legati per il briciolo di memoria collettiva che resta. È come se si ripetesse l’eterna storia di dottor Jekyll e mister Hyde, stavolta il remake è l’ascesa di una giovane donna. *** LUCA DE CAROLIS, IL FATTO QUOTIDIANO – Ha vinto la favorita, la candidata di Alessandro Di Battista (e di Paola Taverna). Più “mediatica” rispetto a Marcello De Vito, il nome su cui puntava Roberta Lombardi. Più forte anche di un (falso) dossier dell’ultimo minuto. Il candidato sindaco dei Cinque Stelle a Roma sarà l’ex consigliera comunale Virgina Raggi, 37 anni, avvocato civilista, sposata, mamma di un bimbo di tre anni e mezzo. Ieri ha ricevuto l’investitura sul blog di Beppe Grillo dagli iscritti romani, che l’hanno scelta con 1764 voti, il 45,5 per cento. Dietro, con 1347 clic (il 35 per cento) De Vito, anche lui ex consigliere in Campidoglio, l’unico vero avversario. Distantissimi gli altri tre, a cominciare dall’ex consigliere Enrico Stefàno, con 369 voti, poi l’ex capogruppo in X Municipio (Ostia) Paolo Ferrara e la consigliera municipale Teresa Zotta. Nel complesso hanno votato in 3862 su 9500 iscritti. Affluenza bassa, ma non può essere un problema per la Raggi che in giornata, a votazione in corso, aveva letto sul sito affaritaliani.it di una (presunta) notizia di disturbo. O meglio “di carte”, come le definiva il sito, secondo cui Raggi lavora per lo studio legale romano Sammarco e Associati, che ha avuto tra i suoi clienti Cesare Previti e Mediaset. Lo stesso studio, rimarcava il pezzo, che ha assistito l’azienda di Berlusconi nella querela contro Sabina Guzzanti per il programma Raiot, sulla Rai nel 2003. Dal M5s hanno replicato in fretta, spiegando che la candidata non ha mai nascosto di aver lavorato per lo studio, tanto da averlo precisato sul proprio curriculum da consigliere. Ma che nella Sammarco associati è entrata nel 2007, molto dopo le denuncia nei confronti della Guzzanti, “vicina” al M5s. Lei invece si è sfogata su Facebook: “E anche oggi la nostra razione di fango quotidiano. Alessandro Di Battista proprio ieri l’aveva detto: ne arriverà tanto”. Settimane fa l’avevano tirata in ballo perché citata nella relazione su Mafia Capitale: ma era un grossolano errore materiale, per cui si è scusato il prefetto. Il dossier finto di ieri invece suona come un’operazione dall’interno. La conferma del clima di tensione nei 5Stelle romani negli ultimi mesi, con l’apparire di mini-cordate e gruppuscoli. Diverse le frizioni anche tra i quattro ex consiglieri comunali. Alla fine ce l’ha fatta lei, che Casaleggio aveva apprezzato per la buona resa in tv. Cresciuta nel quartiere di San Giovanni (Roma Sud), poi trasferitasi nella zona periferica di Ottavia, dal 2008 assieme al marito aderisce ai Gas, (gruppi di acquisto solidale), dove il M5s raccoglie molti consensi. La descrivono come una “secchiona”, precisa nello studio dei dossier. Un po’ “permalosa” a sentire iscritti e qualche cronista. Di Battista, il suo principale sponsor, ha twittato: “Ora è tempo di una donna in Campidoglio”. Proprio il deputato lunedì aveva auspicato che il vincitore nominasse come vicesindaco il secondo in classifica. Ergo, Raggi dovrà decidere sul ticket con De Vito. Ieri ha celebrato la vittoria con un video sul blog di Grillo, girato ieri pomeriggio alla Camera. Giacca azzurra, spigliata (fa un apposito training da mesi), scandisce: “Ora è il momento di prenderci la nostra rivincita, Mafia Capitale ci ha dimostrato che a Roma la vera politica non la fanno i partiti, ma i cittadini”. Assicura: “Sarà un compito difficile, ma non mi spaventa”. Farà campagna elettorale con la “scorta” dei big romani. Perché Casaleggio vuole il Campidoglio.